PERLEDO – “Ho avuto quasi un groppo in gola; non esagero ma quasi stavo per piangere per l’emozione e la commozione. Oggi qui faccio il turista gastro-goloso; qui oggi io sono alla ricerca (e li ho trovati) di panorami meravigliosi, stradelle romantiche, piatti golosi bagnati dai grandi oli extravergine del Laghi Lombardi e che vengono prodotti nel territorio… oggi… ma qui c’è tutta la mia storia personale”.
Queste le parole di Edoardo Raspelli, che dopo alcuni anni di vita in un quasi eremo montano è sceso sul lago di Lecco, in particolare a Perledo, sul solco dei ricordi. Già, perché da bambino (Raspelli è nato il 19 giugno 1949) il papà e la mamma lo portavano in vacanza (assieme al fratellino Bruno, che era nato il 21 novembre 1950) da queste parti, proprio ad un passo da qui: Esino Lario, Varenna, nella confinante Valsassina (Ballabio)… I suoi parenti ed i suoi piccoli amici erano di Abbadia Lariana, Mandello del Lario (“Che io chiamavo il Pisciatoio d’Italia, salvo poi scoprire, 65 anni dopo, che i mandellesi quel vezzeggiativo lo regalano al capoluogo di provincia, a Lecco”).
Poi, più avanti, da ragazzino, eccolo continuare a costeggiare il lago (magari con il pullman dell’Autostradale che partiva da Milano, da piazza Castello) per salire all’Aprica, all’albergo Posta, ad imparare a sciare dai fratelli Negri… Poi, da adulto giornalista e conduttore televisivo, raccontare il recupero nel territorio della coltivazione dell’oliva che, come ad esempio a Romagnano Sesia, in provincia di Novara, è stato permesso ed incentivato dall’aumento delle temperature…
Ed ecco Raspelli a Perledo assieme a Francesca Buonaccorso, accolti dal vice sindaco Mauro Gumina. Oggi a Perledo, con gli olivi anche nel cuore della cittadina, sono sette (Fabio Festorazzi, il sindaco. compreso) che producono un extra vergine che rientra nel disciplinare di produzione del Consorzio Laghi Lombardi (il Lario ed il Sebino). I sette produttori sono arrivati ai 100 quintali di una meraviglia, perfetta tra forza intensità ed equilibrio. Ed è un piacere sentirseli raccontare da Marino Maglia. Frantoio, Leccino e Pendolino sono le tre varietà principali che vengono unite nella raccolta per poi essere portate al frantoio di Biosio, vicino a Bellano. Nello slargo davanti all’imbandierato centro civico, sarà un piacere sorseggiare l’aperitivo da Paolo Baruffaldi, poi fare pochi minuti di strada ed andare a cena sotto la pergola o nelle stanzette interne del Semi di Grano (in località Gittana) ad assaggiare i piatti di Carlo Ballarate, dal perfetto ceviche alla pasta (come il pane ed i dolci) fatta in casa, o la trota pescata nelle acque del Lario.
Ma oltre alla bocca ed allo stomaco c’è da riempirsi anche gli occhi ed il cuore. Per prima cosa la vista, i panorami, perché dalla riva del lago di Lecco Perledo si alza fino a 1.000 metri. Il nome Perledo, forse, arriva da “Per l’Eden”, cioè per il Paradiso Terrestre. Se il nuovo municipio è in una stradella, quello “vecchio”, oggi sede di eventi, è in piazza Libertà, un grande slargo pedonale affacciato sui rami del lago di Lecco e di Como, sull’isola Comacina.
Altro panorama mozzafiato nella frazione Bologna, a 700 metri d’altezza, accanto alla chiesetta dedicata a San Bernardo. Il Grand Hotel di Regoledo oggi è una RSA della Fondazione Sacra Famiglia; non lontano pascolano placidi gli asinelli; quando lasciate il lago e non lo vedete più avrete il panorama dei prati coltivati per dare il cibo agli animali; nella vicina affascinante rusticissima frazione di Gisazio Roberta Ottolini e Giacomino Benzoni vi conducono tra gli antichi ricordi del Museo Contadino del Sasch, dagli umili attrezzi di una volta, a quello che resta della gigantesca mazza di un plurisecolare frantoio a pietra.