PERLEDO – Il piccolo museo di Perledo (Perleidus) risponde all’appello di Geneanet “Salviamo le nostre tombe” e completa la digitalizzazione del cimitero di Vezio avviata in primavera.
Poiché i cimiteri sono una delle risorse più importanti per i genealogisti, Geneanet, nota organizzazione a servizio della genealogia, ha promosso il progetto “Salviamo le nostre tombe”, con lo scopo di mobilitare genealogisti e appassionati a fotografare le tombe vicino a casa prima che scompaiano. Sul sito Internet dell’organizzazione sono già disponibili più di cinque milioni di tombe a livello internazionale (https://it.geneanet.org/cimitero/), ora, grazie all’impegno del piccolo museo di Perledo (perleidus.org) vi si possono trovare le tombe del cimitero di Vezio.
“Abbiamo accolto l’appello di Geneanet – afferma Renato Ongania, alla guida del progetto di preservazione di tombe e monumenti del cimitero di Vezio – e prima ancora che ce lo chiedesse Geneanet avevamo deciso di accogliere una sollecitazione di un’attenta cultrice della storia di Perledo, Elena Ongania che, non abitando a Perledo, ci invitava a farci promotori di un’azione simile, per digitalizzare i cimiteri di Vezio, Gittana e Tondello già nel 2021. Geneanet propone il weekend entrante, dal 14 al16 ottobre per dedicare un po’ di tempo ai nostri avi, ed è possibile collaborare persino con un’applicazione da cellulare. Siamo in anticipo di un giorno… Crediamo che la memoria collettiva, esemplificata in un cimitero e il culto dei morti nella sua specifica evoluzione storica, siano innanzitutto un bene comune immateriale, da studiare, ma anche da nutrire con attenzione, rispetto e una forma moderna di riconoscenza che è la pubblicazione su Internet delle fotografie delle tombe. Geneanet coglie un aspetto fondamentale della nostra vita comunitaria e produce un indubbio valore. Offre anche una licenza di pubblicazione delle fotografie che è in linea con la nostra filosofia di conoscenza condivisa (CC-BY-NC-SA 2.0 Creative Commons), per questo abbiamo provveduto a caricare le fotografie del cimitero di Vezio con la certezza che non saranno utilizzate mediante forme speculative o di guadagno economico”.
Il cimitero di Vezio di Perledo viene considerato un “micro cimitero”, sorge nei pressi della Chiesa di San Antonio abate, edificata nell’ultimo quarto sec. XIII. e per questo è visitato da migliaia di persone ogni anno, molti gli stranieri che aprono delicatamente il cancello, guardano, pregano, poi si recano in visita al Castello di Vezio. Le caratteristiche strutturali lo rendono particolarmente suggestivo e “facile” da visitare, ben più difficile invece è raccontarne la storia, tirar fuori i significati dimenticati della comunità.
“Se valorizziamo la memoria collettiva – continua Ongania – investiamo in un elemento di valore su cui progettare la Comunità, perché unisca i suoi membri attorno a dei valori condivisi, identifichi e renda unica l’esperienza di vita in un determinato luogo. La contemporaneità ci proietta a esorcizzare la morte con eventi dedicati ai bambini sullo stile di Halloween, maschere, zucche, divertimento… Per gli adulti è spesso fonte di “distrazione”. La vera provocazione, a nostro avviso, non dovrebbe essere la paura della morte e tutto quanto associato al genere horror, ma una sfida cogente di realtà, un rinnovato impegno a vivere in maniera integrale la propria vita, nella ricchezza del lascito che abbiamo avuto da chi ci ha preceduto, in primis da coloro che hanno abitato la nostra comunità. Come Museo vogliamo muoverci in questo solco, quindi non per fissarci sulla morte, ma superarla orientandoci a una vita piena di consapevolezza”.
> Qui è possibile consultare le fotografie pubblicate del cimitero di Vezio