PERLEDO – Venerdì 30 agosto la sala civica del Comune di Perledo ha ospitato la bandiera numero 226 dell’Explorers Club. A seguire una prima ricognizione in loco.

“Si tratta della seconda bandiera che giunge in Italia nel 2024 – afferma Renato Ongania, direttore del progetto di ricerca e del museo Perleidus – la prima bandiera riguardava una esplorazione nel mare di Ustica (Sicilia), tra marzo e aprile, assegnata a Peter Campbell, il progetto prevedeva l’utilizzo di un drone sottomarino per scandagliare il fondale a 300 metri alla ricerca di segni della civiltà passata (bandiera n. 230). Questo per dire che la bandiera è un riconoscimento internazionalmente che viene concesso ai progetti di ricerca, nel nostro caso, per l’esplorazione del torrente Esino: la sua documentazione fotografica, geologica, biologica”.

“È un inizio straordinario – continua Renato Ongania, in rappresentanza dell’Explorers Club di New York – il nostro torrente Esino, come documentato negli archivi del secolo scorso della Società Geologica Italiana, è stato oggetto di studi di prim’ordine, tra cui ovviamente don Antonio Stoppani, padre della Geologia, nato duecento anni fa, ma ne hanno scritto anche Cesare Cantù (1858) e nel 1912, è stata pubblicata una interessantissima relazione della ‘gita’. Nella squadra di ricerca di quel tempo c’erano i massimi esperti della geologia, sotto la guida di Cermenati. Leggendo quella relazione si capisce che non hanno potuto non meravigliarsi della ricchezza che presenta il nostro territorio, sotto molti profili”.

“Ora, ricevere una delle 242 bandiere dall’Explorers Club – continua Renato Ongania – rappresenta il coronamento di un sogno da una parte, e dall’altra l’inizio di un’avventura. Questa stessa bandiera (che porta il numero 226) è stata impegnata in due diversi progetti di ricerca in Argentina. Alcune bandiere (ognuna ha un numero che la contraddistingue dalle altre) sono particolarmente famose perché hanno accompagnato spedizioni estremamente significative, basti pensare alle missioni della NASA Apollo 8, Apollo 11, Apollo 13 e Apollo 15. Con questa bandiera Perledo, e il territorio della Val d’Esino, entra nella storia dell’esplorazione scientifica contemporanea, e lo fa dalla porta principale”.

Le norme dell’Explorers Club (Explorers.org), prevedono che la bandiera debba essere restituita al Club insieme a una registrazione scritta della spedizione: il rapporto della bandiera. Le raccolte di ricerca del Club sono l’archivio di questi rapporti unici, incluso l’originale “Flag Book”, un diario inviato dagli esploratori che per primi hanno portato la bandiera nelle spedizioni.

“Con il sindaco di Perledo Fabio Festorazzi – conclude Ongania – abbiamo discusso gli aspetti tecnici che riguardano le vie di accesso più sicure, ma anche i rischi di cui tener conto. Nell’esecuzione del progetto di ricerca vorremmo includere chiaramente una mappatura il più completa possibile che vada oltre le curve di livello, produrre dei rilievi altimetrici e misurazioni topografiche anche con l’utilizzo di strumentazione elettronica. Per questo è stata molto utile anche una interlocuzione con il vicesindaco Mauro Gumina e con l’Ufficio Tecnico, Alex Ongania, con il quale si sono ricordati i fatti dell’alluvione che colpì il territorio nel 1998 e che portarono gli uffici del comune a occuparsi con approccio emergenziale allo studio del territorio per approntare strutture di contenimento. Con il progetto di ricerca, in qualche modo, ci vorremmo prendere cura di un territorio che continua a venir consumato (cfr. turismo di massa), ma ancora troppo poco “curato” nella sua complessità in relazione ai processi di antropizzazione in atto e alla sostenibilità”.