LECCO – Fipe-Confcommercio accusa di concorrenza sleale il consiglio regionale lombardo che ha rimosso i limiti al numero di pasti da servire negli agriturismi nei giorni di festa. Unica soddisfazione il divieto di servire pesce di mare negli agriturismi lombardi.
In Lombardia come in altre regioni d’Italia, è stata al momento bloccata (ma potrebbe essere ripresentata nel breve periodo) la proposta di inserire nei menù degli agriturismi i prodotti ittici di mare. Al di là della violazione del principio base per cui in un agriturismo si dovrebbero trovare solo prodotti del territorio e la Lombardia non ha sbocchi al mare, l’obiettivo esplicito della proposta era quello di potenziare l’attrattività degli agriturismi a scapito dei ristoranti. E non a caso c’era stata una dura presa di posizione di Fipe-Confcommercio e della Confesercenti.
Se le associazioni imprenditoriali dei pubblici esercizi l’hanno spuntata sul pesce di mare, la Regione Lombardia ha garantito altri e più corposi vantaggi agli agriturismi a danno dei ristoranti: il 31 ottobre il Consiglio regionale ha esteso la deroga al limite massimo di pasti giornalieri (160 pasti al giorno) a tutte le giornate festive e ha ampliato le superfici destinate alla somministrazione di cibo o all’ospitalità, salvaguardando l’utilizzo agrituristico d’immobili nella disponibilità delle aziende agricole che fossero in precedenza stati riconosciuti, benché in contrasto con la normativa vigente.
A seguito di queste decisioni non sono mancate certo le prese di posizione delle associazioni dei ristoratori che con durezza hanno contestato le decisioni. “Stigmatizziamo il comportamento della Giunta e del Consiglio di Regione Lombardia che, a più riprese continuano ad allargare l’attività degli agriturismi creando una totale sovrapposizione con i pubblici esercizi. È grave la decisione del Consiglio di estendere ai giorni festivi la possibilità di superare il numero massimo di pasti somministrabili negli agriturismi”, il commento del presidente di Fipe Lombardia, Lino Stoppani.
La Fipe più volte si è schierata anche contro la legge nazionale sugli agriturismi per le stesse ragioni. Secondo la Fipe, consentendo agli agriturismi di derogare al limite di 160 pasti somministrati al giorno anche nei giorni festivi, potenzialmente oltre dieci all’anno, si modificano gli equilibri. Si tratta infatti di giornate estremamente importanti, capaci di dare respiro al settore della ristorazione, anche grazie al comparto dei ricevimenti.
Con tale modifica, sempre secondo la Fipe, ancora una volta Regione Lombardia consente alle aziende agricole di svolgere l’attività di ristorazione da una posizione di concorrenza sleale. Le attività agrituristiche operano, infatti, in condizioni più favorevoli rispetto a quelle dei pubblici esercizi: per quanto riguarda la fiscalità generale, le agevolazioni e gli obblighi burocratico-amministrativi.
A questo, si aggiunge un differente regime dei controlli, che per i ristoranti sono disciplinati dal Testo Unico di Pubblica Sicurezza.