In questi giorni si è fatto ancora un gran parlare del ticket per l’accesso a Corenno e dei suoi presunti presupposti legali, ma la gestione del balzello evidenzia altri aspetti che appaiono se possibile ancora più gravi.
Il vicesindaco Mainoni, in qualità di responsabile del servizio turismo del Comune di Dervio, il 10 marzo 2023 aveva assegnato un appalto, indetto appena due giorni prima e al quale aveva partecipato un unico soggetto offrendo un risicato ribasso dello 0,1%, per affidare il “servizio pubblico per la promozione e la gestione turistica e culturale del percorso museale nel borgo di Corenno” (comprendente l’apertura della biglietteria dove viene riscosso il ticket per i turisti) per il periodo dall’11.03.2023 al 31.12.2023, alla cifra non propriamente modica di 35.344 euro per meno di 10 mesi, quasi 3.700 euro su base mensile.
Il soggetto che si è aggiudicato l’appalto è il Museo della Guerra Bianca in Adamello con sede a Temù (BS), un’associazione che ai più non dirà nulla ma che gestisce anche il Forte Montecchio Nord di Colico, che ha tra i collaboratori il sindaco di Dervio Cassinelli. Non è la prima volta che il museo della Guerra Bianca viene invitato a un appalto comunale, dato che in estate fu tra i 14 invitati alla gara per la gestione dell’acquapark di Dervio che non inviarono alcuna offerta, così che l’appalto venne quindi aggiudicato a un’azienda costituita ad hoc solo pochi giorni prima da una persona che risulta essere a sua volta un collaboratore del sindaco Cassinelli al forte Montecchio.
Se già l’importo dell’appalto e le modalità di scelta del contraente fanno storcere il naso, ciò che è successo negli ultimi mesi del 2023 sembra ancora più grave. Da metà settembre infatti, a gestire la biglietteria dal lunedì al venerdì non è più un incaricato del Museo della Guerra Bianca, soggetto vincitore dell’appalto e regolarmente pagato, ma è un dipendente comunale appositamente incaricato, e ovviamente stipendiato anch’esso dal Comune. Ciò nonostante, il Museo della Guerra Bianca ha continuato ogni mese a ricevere quanto pattuito in sede d’appalto in rate da 3.534 euro.
Tutte queste circostanze sono oggetto di un’interrogazione del gruppo consiliare “Insieme per Dervio” che verrà discussa prossimamente in Consiglio Comunale e a seguito della quale valuteremo se interessare la Corte di Conti, in quanto la spesa per la gestione della biglietteria del ticket di Corenno risulta eccessivamente elevata e, soprattutto, è stato pagato per questo servizio un soggetto esterno mentre invece l’apertura viene effettuata da un dipendente già stipendiato dal Comune.
Se si somma il costo pagato all’associazione al costo complessivo del dipendente comunale impegnato nella biglietteria e ad altri costi vivi (stampa mappe e biglietti, sito internet, ecc.) nel 2023 si superano tranquillamente i 47 mila euro. Nonostante le nostre richieste, il Comune non ha ancora invece comunicato gli introiti del ticket, che dovrebbero comunque aggirarsi intorno ai 40 mila euro (poco più di 10 mila gli ingressi dichiarati dal sindaco, moltiplicati per il costo del biglietto variabile tra 3 e 4 euro). Risulta quindi evidente che, oltre a tutte le altre problematicità, il ticket di Corenno non sembra nemmeno generare quei grandi utili sbandierati dalla propaganda della Giunta, dato che i ricavi sono inferiori ai costi sostenuti: in poche parole, il ticket è diventato addirittura un costo per le casse comunali, e quindi per i Derviesi, altro che un introito da destinare a Corenno! D’altra parte, come potrebbe essere economicamente sostenibile un balzello per il quale, in questi ultimi mesi, la sola spesa per la riscossione era di 6.300 euro mensili?
Auspichiamo che di fronte a questi numeri e fatti concreti tutti i Derviesi possano finalmente aprire gli occhi sui veri risultati e sul reale significato del tanto osannato ticket, e che questo iniquo balzello possa essere eliminato quanto prima per farci tornare a essere un paese normale.
Gruppo consiliare
“Insieme per Dervio”