SONDRIO – Si stima un danno all’erario di oltre 4 milioni di euro per i contributi pubblici percepiti da 88 aziende agricole che dichiaravano di mandare gli animali al pascolo in montagna mentre in realtà restavano nelle stalle in pianura.
I fatti contestati riguardano contributi europei erogati da Regione Lombardia nell’ambito della Politica Agricola Comune a sostegno degli allevamenti montani ma la Guardia di Finanza di Menaggio e la Procura di Sondrio hanno accertato che numerose domande di aiuto contenevano dati falsi.
I sospetti sono sorti quando un piccolo allevatore del Lario occidentale ha presentato richiesta per i contributi PAC ma si è sentito rispondere che già esisteva una pratica a suo nome. Ne era inconsapevole e dunque è stata fatta denuncia. Si è così scoperto che sui documenti depositati dalle aziende agricole per richiedere il sussidio figuravano attività di “pascolatori per conto terzi”, ovvero pastori che impiegano il proprio bestiame su terreni montani non di loro proprietà e per conto di altre aziende agricole. Ma, come nel caso del mandriano comasco, molti dei pastori citati non avevano mai portato gli animali sui terreni indicati né tantomeno erano a conoscenza delle aziende agricole che avevano ottenuto i fondi.
La Guardia di Finanza ha notificato inviti a dedurre per tutte le 88 aziende coinvolte; il sequestro conservativo di 306.674 euro nei confronti di un’azienda e il recupero di 106.933,51 euro nei confronti di altre cinque. Ci sono anche le prime condanne a versare alla Regione Lombardia gli importi indebitamente percepiti, si tratta di due aziende agricole di Bergamo e Mantova. mentre si procederà al recupero di tutte le somme anche da quelle che hanno visto archiviate le proprie posizioni nel procedimento penale per prescrizione.