VARENNA – Dal 20 settembre al 30 novembre a Villa Monastero di Varenna si terrà la mostra “Botanica dei sentimenti. Erbari, ritratti e immagini del lago nell’età di Manzoni“.
Questa nuova iniziativa, programmata in occasione delle Giornate europee del patrimonio, nasce in relazione al progetto di valorizzazione del Giardino botanico di Villa Monastero, sostenuto grazie al finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La mostra, curata dal conservatore Anna Ranzi, è corredata dal catalogo frutto delle ricerche condotte da studiosi del territorio: Pietro Dettamanti, Beatrice Villa, Lucia Benedos, Roberto Cassanelli. All’interno del catalogo, che verrà presentato mercoledì 9 ottobre alle 17, vengono inoltre pubblicati gli atti del convegno tenutosi a Villa Monastero in occasione del 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, la cui nipote Carolina Maumari Seuffhereld, figlia della sorella di Enrichetta Blondel, detenne la proprietà dal 1869 al 1894.
La mostra è compresa nel costo del biglietto di ingresso alla Casa Museo.
“Una nuova iniziativa culturale che abbiamo voluto proporre in autunno per rendere viva in tutti i mesi dell’anno la nostra splendida villa, che ha da poco superato i 300 mila visitatori – sottolinea la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann – Ringrazio i collezionisti, gli studiosi e tutti coloro che collaborano alla realizzazione della ricca e varia programmazione delle iniziative, rendendo la nostra storica dimora un punto di riferimento culturale per tutto il territorio”.
Per ulteriori informazioni:
- Telefono: 0341 295450
- E-mail: monastero@provincia.lecco.it
- Sito internet: villamonastero.eu
- Facebook: @villamonastero.lc
- Instagram: @villamonastero_official
A seguire la descrizione della mostra, a cura di Anna Ranzi.
“Come di consueto, con opportuni approfondimenti vengono indagate le collezioni musealizzate della villa, confrontate con opere di analoghi temi prestate con grande generosità da proprietari privati, per raccontare la storia e l’aspetto del territorio lariano.
In relazione al tema botanico proposto vengono per la prima volta esposti al pubblico e raffrontati due erbari risalenti al tardo Settecento e all’Ottocento, viva testimonianza del gusto collezionistico dell’epoca: il più antico, quello di Luigi Castiglioni, nasce da un intento scientifico, l’altro, più recente, ha caratteri dilettantistici e appartenne a Vittoria Mari, antenata degli ultimi proprietari di Villa Monastero, i De Marchi.
La raccolta realizzata dal botanico milanese Luigi Castiglioni (1757-1832), figlio del conte Ottavio e di Teresa Verri, sorella dell’illustre studioso illuminista Pietro, dello scrittore Alessandro e del letterato Giovanni, risale ai primissimi anni dell’800. Autore del “Viaggio negli Stati Uniti dell’America settentrionale fatto negli anni 1785, 1786 e 1787”, edito nel 1790, introdusse in Europa numerose specie sconosciute. Nel 1791 lo studioso scrisse, insieme al fratello Alfonso, la “Storia delle piante forestiere le più importanti nell’uso medico ed economico” in quattro volumi, seguendo la classificazione di Linneo, ed effettuò coltivazioni sperimentali nelle sue proprietà terriere; va ricordato anche il suo ruolo politico, come deputato della Repubblica Cisalpina.
L’altro erbario è appartenuto a Vittoria Mari, ava della famiglia De Marchi che acquistò Villa Monastero nel 1925 e che vi rimase fino al 1939, anno in cui la dimora venne da loro lasciata per il pubblico utilizzo: ella lo realizzò raccogliendo erbe e fiori nel Triangolo lariano, in Brianza, nella bergamasca e in Valtellina tra il 1875 e il 1889.
Sono presenti anche rare stampe tratte dal volume di Jacob Philipp Hackert (1837-1807) dal titolo “Principes pour apprendre à dessiner le paysage d’après nature gravés à l’eau-forte” stampate a Milano nel 1811 dall’editore Vallardi, come pure un volume del “Dictionnaire des Jardiniers contenant les plus modernes et améliorer les jardins potagers, à fleurs et le pépinieres” edito nel 1785. A essi si affiancano i due volumetti con le lettere di Plinio il Giovane del 1773 stampate a Parigi.
Per illustrare il territorio lariano, vengono esposti alcuni dipinti che descrivono il paesaggio lacustre in età manzoniana, con una particolare attenzione alla sua lussureggiante vegetazione, realizzati da pittori attivi in territorio lombardo e lecchese. Tra questi si distinguono la bella e inedita veduta degli anni Quaranta dell’800 del ramo lecchese del Lago di Como di Giuseppe Canella (1788-1847), la punta di Bellagio di Randolfo Ruspini, con le tipiche imbarcazioni del lago, datata al 1880, e la vedutina di Villa Carlotta tratta dall’opera di Gaetano Zancon e Giovanni Bigatti, su disegno di Giovanni Battista Bosio, del 1816 circa, che documenta l’aspetto della dimora all’epoca di Giovanni Battista Sommariva.
Una veduta di Ercole Calvi illustra Pescarenico, una delle prime immagini del borgo (1847), mentre un suggestivo scorcio di Malgrate di Casimiro Radice e una raffinata scena con le consuete imbarcazioni lacustri descrive la punta di Bellagio. Infine, una bella veduta di fantasia della Villa Pliniana di Torno eseguita dalla stessa Vittoria Mari, cui si accostano due disegni che riproducono il paesaggio lariano, uno dei quali tratto da un dipinto di Canella.
Vengono inoltre illustrati i ritratti di Teresa Verri, madre di Luigi Castiglioni, insieme a quello del fratello Giovanni Verri, padre di Alessandro Manzoni.
Della collezione di Villa Monastero si presenta oggi la piccola ma interessante collezione di stampe, appartenute ai De Marchi: composta per lo più da incisioni francesi raffiguranti giovani ed eleganti gentildonne, ben si colloca nel periodo e nel clima culturale affrontato dalla mostra.
A esse si affiancano più di 30 ritratti familiari realizzati in età manzoniana, tra cui il piccolo ritratto di Alessandro Manzoni e la duplice immagine della nipote Alessandrina, figlia di Giulia Manzoni e Massimo D’Azeglio.
Completano la mostra un inedito disegno di Francesco Hayez, che effigiò lo scrittore nello straordinario ritratto conservato a Brera (dove si trova anche l’immagine di Manzoni realizzata da Giuseppe Molteni), e il significativo bronzetto di Giuseppe Grandi che illustra Cesare Beccaria, nonno di Alessandro”.