VARENNA – Varenna ha celebrato il IV Novembre, festa dell’unità nazionale e giornata delle forze armate. La cerimonia, curata dall’Amministrazione comunale e dal gruppo Alpini di Varenna, ha preso il via da piazza San Giorgio: qui, presso il monumento dei caduti, è stato suonato il silenzio e quindi cantato l’inno nazionale, al quale è seguito l’alzabandiera.
Alle 10:30 è poi stata celebrata la S. Messa in suffragio dei caduti di tutti le guerre, officiata dal parroco don Enrico Mauri. Quindi i partecipanti si sono recati in corteo verso il viale delle Rimembranze, davanti al cimitero. Qui, dinanzi ai cippi che onorano la loro memoria, il capogruppo degli Alpini Ivan Acquistapace ha letto i nomi dei caduti varennesi delle due guerre mondiali.
Ci si è poi recati al centro del cimitero per procedere allo svelamento del monumento ai caduti recentemente restaurato dall’Amministrazione comunale. Il monumento è costituito da un basamento in pietra, con cordoli in graniglia, su cui è affissa una lapide di marmo bianco con fregi in ottone. I lavori sono consistiti nella ripulitura straordinaria, nel consolidamento, nella stuccatura e la microstuccatura, la finitura e la protezione di tutti gli elementi: le opere sono state svolte da manodopera specializzata. L’architetto Eugenio Guglielmi ha illustrato il lavoro di restauro eseguito.
Il sindaco Mauro Manzoni ha voluto nel suo discorso commemorativo dare il senso della celebrazione odierna: “Il patriottismo ha costruito e costituito eroicamente il territorio nazionale, poi sancito da una identità giuridica nazionale suggellato dalla nostra Costituzione italiana: oggi il compito di ciascuno di noi è ricreare e rafforzare questa identità per mezzo di una vera Comunità nazionale e una più sincera responsabilità individuale e personale, attraverso relazioni umane più solidali e rispettose della dignità di ciascuno. Sono convinto che il problema del nostro tempo sia la mancanza di responsabilità: tutto è dovuto, i problemi sono sempre demandati ad altri che li devono risolvere al posto tuo e, intanto, ci si trastulla nel bieco, vile e cinico chiacchiericcio che distrugge rapporti, comunità e mina alla radice quei basilari valori solidaristici sanciti dalla nostra Carta costituzionale. Viviamo insomma in un tempo dove si fugge dallam responsabilità[…]. Oggi penso sia più che mai urgente tornare a essere cittadini responsabili: collaborare senza secondi fini all’edificazione di una comunità più umana ed accogliente. La malattia di oggi è misurare tutto a ciò che conviene a me, al mio destino personale, all’interessa della mia famiglia: tutto diventa strumentale e così non ci accorgiamo di perdere il gusto della gratuità e del dono. I nostri caduti ci insegnano proprio questo: che la vita donata è una vita ben spesa, anche se a caro prezzo”.
“Nell’art. 4 comma 2 della nostra Costituzione – ha proseguito il sindaco – c’è una bella espressione, anche se nel testo è riferita propriamente al tema del lavoro, che descrive bene anche il contributo che ognuno di noi può fornire alla sua comunità di appartenenza per farla crescere e prosperare: ‘Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’. Si parla di ‘dovere’ e si dice di ‘concorrere al progresso materiale o spirituale’. Questo penso sia il compito di ciascun cittadino, non solo di chi detiene un incarico pubblico: cooperare per far progredire, materialmente e spiritualmente, se stessi e la comunità in cui si è inseriti. Solo così si onora il sacrificio dei nostri caduti che oggi ricordiamo”.
La cerimonia si è poi conclusa con la deposizione di una corona di alloro presso il monumento dei caduti appena restaurato e la benedizione del parroco delle tombe di tutti i defunti. Al termine della commemorazione la giornata è proseguita con un pranzo comunitario nella sala polifunzionale di via Roma.