MANDELLO DEL LARIO – Saltata l’olimpiade coreana del 2018 per una doppia iattura – la frattura dell’astragolo e malleolo sinistro a marzo e la lesione al legamento crociato e menisco destro a novembre di un 2017 da dimenticare – ora Elena Curtoni, 31 anni giovedì, è in pieno clima olimpico.
Valtellinese di Regoledo attualmente domiciliata a Mandello del Lario per restare vicino al preparatore atletico azzurro, il lecchese Marcello Tavola, è arrivata decima nell’ultima uscita di Coppa del Mondo nel supergigante di Garmisch e oggi parte per i giochi a cinque cerchi di Pechino 2022, i suoi primi, consapevole di poter lasciare il segno.
La sua gara è calendarizzata per l’11 febbraio, un supergigante che, visti gli eccelsi risultati ottenuti in stagione, potrebbe regalarle qualcosa di veramente pesante. “So dove volete arrivare ma io preferisco non fare pronostici di alcun tipo, di sicuro la voglia di stupire e stupirmi non manca, tuttavia calma e gesso: i conti si tirano solo alla fine”.
Vero. Ma i risultati da lei ottenuti, i vari piazzamenti, i podi – in primis la vittoria di Cortina arrivata a due anni dall’ultimo acuto – dicono altro. La medaglia è più di una possibilità oppure no?
“Intanto faccio gli scongiuri. Non mi voglio sbilanciare, io sono abituata a vivere giorno per giorno. Certo sono consapevole di avere le carte in regola per un buon piazzamento, ma niente di più staremo a vedere”.
Curtoni, una carriera sin qui importante la sua: 14esima nella generale di Coppa del Mondo l’anno scorso, attualmente è nona quindi con la prospettiva di migliorare, poi c’è la chance del podio nella coppetta del supergigante, i due titoli italiani messi in bacheca nelle scorse stagioni, insomma tanta grazia…
“Si non mi lamento, magari avrei potuto ambire anche più in alto ma va bene così”.
Il suo rapporto con la discesa libera, vittoria di cui sopra esclusa, non è così amichevole come accade nel superG. Eppure nella prima specialità, essendoci le prove, teoricamente uno dovrebbe essere avvantaggiato.
“Può essere vero, ma io da sempre nella discesa non ho quella confidenza che ho con il supergigante. Anche in libera sono abbastanza competitiva, senza però riuscire a raggiungere il top. Nulla di male ritengo rientri nell’ordine delle cose”.
In allenamento diceva che spesso tiene il passo delle più brave…
“Esatto, quando facciano i test in Casa Italia sono vicina ai tempi di Goggia e Brignone, non so dare una spiegazione, anzi questo non fa altro che accrescere il mio dispiacere senza farne però un dramma”.
Sarà un’olimpiade anomala, la mancanza di pubblico e i protocolli rigidi sul Covid due varianti da rimarcare.
“Sì, anche se per noi atleti quando siamo in pista cambia poco visto perché dobbiamo restare concentrati sul pezzo. Di sicuro è una olimpiade insolita nella quale bisogna fare i conti con il virus”.
Quindi appuntamento per le gare veloci…
“Esatto, dovrei essere al via in libera, supergigante, combinata e forse anche in gigante il 7 febbraio. Mi auguro possa dare il meglio in ogni circostanza”.
Una polivalente a tutto tondo quindi…
“Sì, essere una sciatrice completa che se la cava un po’ in tutto mi rende orgogliosa, vedremo cosa riuscirò a combinare”.
Da brividi la caduta di Goggia a Cortina, come l’ha vissuta?
“Non certamente bene. Vedere qualsiasi atleta e a maggior ragione una tua compagna di squadra fare quel tipo di ruzzolone ti spaventa e molto. Sembra e mi auguro possa essere al via dell’olimpiade cinese ; se lo merita per la stagione straordinaria di cui è stata protagonista”.
Riassumendo, una carriera molto positiva la sua. Il voto finale tenderebbe verso l’alto? Direi che lo merita…
“La riga la si tira alla fine, c’è ancora l’olimpiade a fare salire o scendere la valutazione. Poi sinceramente non so sino a quando andrò avanti, sono abituata a farlo ponderando tutto, anno dopo anno. Si vive alla giornata credetemi è meglio così”.
Alessandro Montanelli