ESINO LARIO – La domanda contenuta nel titolo viene posta pubblicamente da Renato Ongania mediante il portale AltroConsumo.
Il perledese aveva aspramente criticato l’operazione di comunicazione istituzionale “AAA Vendesi Esino Lario”. Il nostro giornale, nell’aprile 2019 aveva intuito la farsa. A Palazzo Lombardia – quando doveva scoppiare la bomba (così era chiamata a Esino la notizia) – giunse persino l’onorevole Vittorio Sgarbi, inizialmente solidale con il sindaco Pietro Pensa.
Ongania, inorridito da quella che considerava (e considera) una “leggerezza istituzionale” del primo cittadino e dalle qualità ritenute non etiche della campagna di guerrilla marketing, ha investigato il caso e ne ha fatto una tesi di laurea per mettere in luce il “pessimo esempio di cooperazione pubblico-privato”, ipotizzando peraltro l’operazione di Eolo con il termine greenwashing.
Sui 50mila euro promessi ma apparentemente mai visti a Esino, c’è stata anche una richiesta formale di Ongania all’avvocata Paola Sgarbi, difensore civico provinciale a cui si era rivolto a inizio estate per avere risposte dal sindaco.
Il documento di seguito costituisce la risposta (eloquente) del borgomastro di Esino:
In pratica, una conferma seppure “di rimbalzo” dei dubbi manifestati dal perledese.
E dunque, rilanciare quella richiesta (Dove sono finiti i 50mila euro promessi da Eolo alla comunità di Esino?) appare legittimo oltre che urgente.
RedLar
‘DOSSIER’ VENDESI ESINO:
Caso Esino. Le reazioni: “Il paese alla gogna, l’amarezza nel cuore”
Vendesi Esino. Per una tesi di laurea “Pessimo esempio di pubblico-privato”
Esino in vendita. Pensa se spira il vento di Eolo sull’operazione…