BRUGHERIO (MB) – La colichese Beatrice Colli si è ripresa a Brugherio il record italiano della Speed con un clamoroso 7″21, un tempo che la pone a ridosso delle migliori al mondo pur avendo solo 18 anni da ottobre.
Dopo la finale della Coppa Italia Boulder della domenica precedente (“poteva anche vincere, per quest’anno Boulder e Lead sono solo allenamento sia fisico che soprattutto mentale, lei si nutre di gare, più ne fa di alto livello meglio è” dice Fabio Palma, il suo allenatore), Bea ha vinto la prima tappa della Coppa Italia Speed avendo anche registrato in semifinale un folgorante 7″39. “In allenamento mercoledì con la nazionale tedesca e la fortissima Andrea Rojas che ho battuto in finale mi sentivo ancora tanto indietro, poi ho fatto le due prove e mi sentivo leggera e forte” dichiara Beatrice.
“Lei è una donna con capacità di analisi e ragionamento fuori dal comune – aggiunge Palma -, davvero intelligente e adulta nel senso più positivo del termine. Siamo un team intorno a lei, nutrizionista di alto livello compresa, ci manca la struttura ufficiale ma per il resto proviamo a stare dietro all’Elite mondiale, che ha mezzi e competenza paurosi e attualmente per noi inavvicinabili. Però noi abbiamo lei… Abbiamo provato a portarla in forma nonostante sia ancora in carico e non volevo interrompere certi microcicli. Le variabili della Speed sono perfino superiori a quelle già infinite di un qualunque sport praticato ad alto livello quindi fare pronostici è arrogante, mi era passato più volte per la mente, può battere il record. Però sotto 7″30 non me lo aspettavo in nessun modo”.
“Quest’anno il mio consulente Yuri mi ha introdotto molti esercizi nuovi esplosivi con i pesi, stancanti. C’era bisogno di alzare il livello di forza ma anche potenza, che sono correlate ma sono due grandezze da allenare separatamente in sedute diverse. Ha fatto tantissimi Doppi fino a febbraio, mai leggeri. Un primo test a metà febbraio con settimana di avvicinamento programmata era andato bene. Cambiare così tanto ad una bi-campionessa italiana assoluta e mondiale giovanile è stato anche per me non facile, mi sono fidato di mio figlio che ha una conoscenza smisurata. Ho usato molto la VBT, ovvero per certi esercizi scegliere i carichi secondo la velocità di esecuzione e molto importante la parete speed alta la metà del Politecnico di Lecco, le infinite video analisi e i tanti viaggi a Milano non avendo a Lecco la struttura intera della quale non si sa più cosa pensare e anzi ormai non ci pensiamo più”.
Foto di @outthere_collective e @italiaclimbing