LECCO – In un Rigamonti-Ceppi vestito a festa per il match d’andata dei quarti di finale di Coppa Italia Woman tra l’Inter, società ospitante, e la Juventus, dominatrice negli ultimi quattro campionati, a farla da padrone è stato Eolo, una sua improvvisa folata giunta chissà come dal Resegone ha permesso alle bianconere di riacciuffare il match all’ultimo respiro (49’s.t).

Boattin dalla bandierina di destra calcia in mezzo il pallone dell’ultima preghiera; Astrid Gilardi, la giovane (classe 2003) numero uno nerazzurra residente a Mandello, è ingannata dal quel refolo malandrino alzatosi proprio in quell’istante, riesce a toccar palla ma non abbastanza per evitare che entri in rete. Una beffa per l’appunto.

A fine gara non senza fatica, grazie anche alla preziosa collaborazione dell’addetta stampa milanese, ecco qui davanti ai taccuini la nostra Gilardi: “Un vero peccato, oltre che dal vento sono stata disturbata anche da sole, onestamente credo avessimo meritato il vantaggio. Pazienza, sarà per il ritorno”.

Le torinesi partono favorite ma c’è ancora margine per voi il 12 febbraio a casa loro?
“Io dico di sì, certo non sarà facile ma dobbiamo crederci sino alla fine”.

Astrid, peccato aver buttato alle stelle il pallone del 2-0 un risultato se conseguito importantissimo in ottica qualificazione.
“Esattamente, in quelle circostanze paghi sempre o quasi – pazienza ora bisogna resettare e cercare di prepararci al meglio per la sfida decisiva”.

Una bella emozione per te giocare a casa davanti alla tua gente?
“Assolutamente sì, sono venuti a vedermi in tanti, i miei genitori parenti e amici sono stata davvero felice di aver giocato in questo stadio – dove in passato ci sono stata da semplice spettatrice”.

Il tuo idolo da bimba?
“Di portieri in gamba ne ho apprezzati molti, ma credo che Julio Cesar abbia avuto qualcosa in più rispetto agli altri. Un modello da seguire in campo e fuori”.

Due dati ora andando a scoprire la seppur verde carriera agonistica di Gilardi. Come tutti l’allor bimbetta inizia a tirare calci al pallone in tenerissima età (sei anni) nella Polisportiva Mandello, nel 2014 ecco il passaggio al Real Meda. Tre stagioni tra le bianconere ed ecco il trasferimento all’Inter, società con cui ha vinto un titolo Primavera e per cui ha firmato un contratto sino al 2024. Attualmente secondo portiere, Astrid ha tutto il tempo per maturare e ambire al ruolo di titolare, anche le giovanili della nazionale si sono aperte dinnanzi a lei sino ad arrivare all’Under 19. Insomma una ragazza dalle enormi qualità, su cui puntare senza remore. La gioventù è dalla sua però la strada da macinare per arrivare all’eccellenza è lunga e disseminata di ostacoli e allora testa bassa, lavorare sodo, grilli in “zucca” zero: questo è il percorso da affrontare per arrivare lontano, ma questo Astrid e l’Inter lo sanno benissimo. In bocca al lupo.

Alessandro Montanelli