LECCO – La Charles River Laboratories s.r.l. è la sede italiana di una multinazionale presente in decine di Stati del mondo: dall’Australia alla Cina, Finlandia, Francia, Germania, India, Irlanda, Giappone, Paesi Bassi, Corea del Sud, Spagna, Inghilterra, e soprattutto Stati Uniti. In alcuni Paesi è presente con una sola sede, in altri con molte. Si tratta della più potente azienda al mondo coinvolta nella vivisezione, possiede e gestisce anche laboratori ed industrie farmaceutiche.
Charles River è specializzata in allevamento di animali da laboratorio di varie specie: ratti, topi, gerbilli, cavie, criceti, conigli, “modelli” (come vengono definiti gli esseri viventi secondo i vivisettori) di grandi dimensioni. Visionando il sito della casa madre, non possiamo che restare sconvolti dai molteplici usi che vengono fatti degli animali: nella ricerca di base si pubblicizza l’invio di modelli chirurgicamente modificati, la conduzione di studi di invecchiamento o di alimentazione differenziata a seconda del protocollo di sperimentazione, gli animali possono essere scelti di qualsiasi età o sottoposti a particolari diete secondo il protocollo di ricerca richiesto dal cliente.
In Italia la sede legale è a Milano, mentre la sede operativa si trova in provincia di Lecco e precisamente a Calco (Lc), in Viale Indipendenza 11. La guida telefonica definisce questa società dell’orrore: “Allevamento di animali da laboratorio e commercializzazione di prodotti per la ricerca non clinica”, ma la Charles River, purtroppo, è molto di più. La sede di Calco produce roditori mutanti, transgenici, ibridi e più di 55 “alterazioni chirurgiche”, animali con diverse caratteristiche fenotipiche e di immunodeficienza per ricerche di studi di farmacologia su modello animale, e per studi, a loro parere, su malattie umane di cui non si conosce la natura.
Questi piccoli animali subiranno modificazioni, verranno “contaminati” per ammalarsi di malattie cardiovascolari, del sistema nervoso centrale, infiammazioni, malattie metaboliche, oncologiche, malattie oculari, respiratorie e fibrosi, che per la loro specie non sono mai esistite. Senza considerare, poi, che ogni essere vivente è specie-specifico ed ogni esperimento fatto su una specie diversa dalla nostra non può dare risposte alle nostre malattie, perché ogni essere è simile a se stesso e quindi diverso dagli altri. Soltanto un punto accomuna tutte queste “specie da esperimento”, che tutte nascono per soffrire e morire alla fine dell’esperimento di vivisezione, alcuni verranno uccisi con iniezioni di veleno, ma nella maggior parte delle volte, per risparmiare il costo del farmaco, gli verrà tagliata la testa in una ghigliottina.
Questi poveri animali non avranno mai vissuto una vita, e la loro esistenza legata ad un numero non sarà servita a nulla se non a nutrire i portafogli di queste multinazionali senza scrupoli.
“Nessun uomo dotato di coscienza può sostenere la sperimentazione animale” ha commentato Susanna Chiesa, Presidente e Fondatrice dell’Associazione no profit Freccia 45 che da anni tutela e difende i diritti di chi non ha voce.
A cura di Freccia 45