ABBADIA LARIANA – Ha origine probabilmente nei piccoli screzi che animano la vita di tutte le famiglie la vicenda che è stata esaminata quest’oggi dal Tribunale di Lecco dove A. C. sedeva al banco degli imputati con l’accusa di violazione di domicilio e lesioni personali.

A denunciarlo la sorella, per un episodio avvenuto nel 2014 quando “avevo chiesto ad un mio collega di darmi un passaggio al lavoro, visto che entrambi avevamo il primo turno. Alle cinque della mattina si è presentato sotto casa mia come d’accordo ma non essendo ancora pronta l’ho invitato a salire, aprendogli il cancello, il portone della palazzina e la porta di casa. Dopo pochi secondi mio fratello, che vive al pian terreno, ha spalancato la porta e lo ha aggredito dicendo che fosse un ladro. Sono intervenuta subito spiegando che si trattava di un collega, ma non voleva sentire ragione. Mi ha spintonata e mi ha sbattuta contro la porta del bagno sferrandomi un pugno in faccia. Dopo qualche giorno il labbro era ancora tumefatto e avevo dolori e lividi per tutto il corpo, così mi sono recata in pronto soccorso dove mi hanno dato cinque giorni di prognosi. Dopo questo episodio ho deciso di trasferirmi a Mandello perché non sono più riuscita a vivere serenamente nella casa di famiglia”.

Il collega, interrogato dal Vpo Mattia Mascaro ha confermato la versione della signora. A marzo verranno sentiti dal giudice Manzi anche i testi della difesa.

M. V.