LECCO – Tra la Provincia di Lecco e il Comune di Mandello del Lario è stato approvato il protocollo d’intesa per la realizzazione dello svincolo che collegherà la superstrada 36 alla provinciale 72.
Il consigliere provinciale Rocco Cardamone e il primo cittadino di Mandello del Lario, Riccardo Fasoli, hanno illustrato tale scelta logistica e le opportune modalità di inserimento. Cardamone spiega il perché di tale progetto, motivato dal fatto che “come Provincia, siamo stati ora reinquadrati in qualità di supporto alle amministrazioni comunali, di fatto da un paio d’anni stiamo aiutando i Comuni, nel caso di oggi quello di Mandello, a sostegno dell’idea di miglioramento delle connessioni con i comuni del lago”.
L’Alto Lario è già ben servito dal punto di vista dei collegamenti, mentre mancano gli allacciamenti nella zona del mandellese, con l’obiettivo di “scaricare il traffico della SP72 verso la SS36, in modo da migliorare la vivibilità dei comuni limitrofi, la cui arteria è destinata a zona residenziale e turistica, non al fine di gestire il cumulo di macchine tipico della connessione tra comuni”. Qualche anno fa, a tal proposito, era stato proposto un possibile svincolo a quadrifoglio, per l’ammontare di 12 milioni di euro e che avrebbe distrutto la vivibilità dei comuni del basso Lario, a favore della viabilità.
Riccardo Fasoli spiega come sia stata essenziale la sinergia tra istituzioni per tale protocollo d’intesa, in cui Provincia è stata essenziale interlocutrice con ANAS e dedita al reparto progettazione, mentre i finanziamenti sono provenienti dal Comune, per un totale di 400mila euro affinchè venga istituita questa bretella di collegamento “da e per Sondrio” della lunghezza di 165 metri.
Entro 12 mesi prenderanno avvio i lavori e l’interconnessione con Sondrio permetterà una serie di risvolti interni a Mandello e dintorni che ne miglioreranno la mobilità. Diversamente, la viabilità da e per Lecco non sarebbe possibile, al momento, per il prezzo relativo a diversi milioni di euro e per gli effetti che avrebbe sui comuni in questione, oltre alle logiche viabilistiche che vedono determinati spazi per l’installazione di pedane in entrata e uscita, i cui limiti non potrebbero essere rispettati.
In ultimo, è stata sollevata dal diretto interessato, l’ingegnere mandellese Mario Colombo, una riflessione circa la paternità del progetto. “Il 21 marzo 2005 ho eseguito in prima persona un simile progetto di raccordo tra Mandello e l’Alto Lario, durante la giunta Siani. Ora, ovviamente credo nella buona fede della giunta, sostenendo che il progetto sia stato pensato anche da qualcun’altro, ma perchè non prenderne visione prima? Eliminando così lavoro e sperpero inutile di denaro?” confidando nella verifica e nel possibile utilizzo dei propri studi per il seguito della progettazione, l’ingegnere resta amareggiato.
Martina Panzeri