COLICO – Trovati e multati i responsabili delle chiazze sul lago che la scorsa settimana hanno preoccupato molti cittadini colichesi. Si tratta di una ditta che gettava nel canale del gasolio disperso accidentalmente.
Odore di benzina in località Erbiola e una notevole patina oleosa che interessava il canale Borgofrancone e la foce del Lago. Numerose giovedì 14 novembre le segnalazioni alla polizia locale di Colico che subito ha attivato le procedure per emergenza ambientale in collaborazione con i vigili del fuoco, l’Arpa e il nucleo sommozzatori della protezione civile per contenere l’inquinante e limitare i danni.
Scattate anche le indagini per individuare il responsabile: gli agenti della municipale hanno risalito il canale per circa due chilometri analizzando tutti gli scarichi. Ad attirare i sospetti lo scolo di una ditta in zona industriale di Colico. Intervenuti quindi i carabinieri forestali e l’Arpa, la causa colposa della fuoriuscita di idrocarburi era la rottura dell’impianto di distribuzione del gasolio interno alla ditta. Senza autorizzazioni né precauzioni, l’impresa sversava direttamente nel canale e quindi nel lago il gasolio disperso accidentalmente. Una volta messo in sicurezza l’impianto e contenuto ed assorbito il gasolio disperso, la situazione si è risolta definitivamente già nella giornata di venerdì.
A seguito di quanto successo, la polizia locale ha imposto la sospensione dell’attività di distribuzione di carburante ed ai responsabili sono state applicate le multe previste dalla legge e le prescrizioni del caso; è stata inoltre informata l’autorità giudiziaria.
“Ribadiamo – commenta il comandante Edoardo Di Cesare – che in questi casi la collaborazione dei cittadini è fondamentale per interrompere l’inquinamento ed individuare i responsabili. L’attenzione del comando di polizia locale e degli uffici comunali permane alta a tutela di un patrimonio paesaggisticamente tutelato e messo a rischio da questi fenomeni, ma è necessaria la collaborazione di tutti, affinché la normativa a tutela dell’ambiente e le relative prescrizioni imposte agli operatori economici non siano percepite come ostacoli all’attività, ma come fondamentale presidio di un bene superiore e collettivo di cui i primi beneficiari sono le attività economiche stesse”.