BELLANO – Quattro delle storiche piante di piazza Tommaso Grossi dovranno essere abbattute.
Ad annunciarlo “con rammarico” è il sindaco Antonio Rusconi dopo che, nei giorni scorsi, ha preso atto dei risultati della perizia effettuata su tutto il patrimonio arboreo di Bellano.
“Sono state sottoposte ad analisi da parte di due agronomi specializzati ben 263 piante presenti sul territorio comunale in ventiquattro ambiti distinti. Purtroppo, di queste, trentatré sono risultate essere in cattive condizioni, non recuperabili e, quindi, da abbattere nei prossimi anni. È una percentuale piuttosto elevata e dovremo programmare un attento intervento di piantumazione per garantire il necessario ricambio” spiega Rusconi.
“La relazione fitopatologica è stata accurata, eseguita mediante procedure visive (battitura, scollettamento, osservazione delle carie presenti) e prove strumentali (utilizzo di penetrometro, creazione dei profili densitometrici, applicazione del diagramma di Mattheck). Fra gli alberi analizzati analizzati, in particolare otto hanno evidenziato gravi problemi si stabilità, poiché i tronchi sono ormai completamente cavi e presentano danni irreparabili al colletto. Una situazione dovuta all’età delle piante, ma anche alla poca cura che queste hanno ricevuto in passato. Basti pensare a errati interventi di capitozzatura e l’interramento dei colletti che ne hanno pregiudicato la salute”.
La situazione più critica è quella rilevata in piazza Tommaso Grossi. “In questo caso le piante da abbattere sono tre dei sette ippocastani e uno dei tre platani, che da più di ottant’anni fanno parte del nostro paese – continua il sindaco – Abbattere un albero non è mai una cosa che si fa a cuore leggero, ma in questo caso non abbiamo scelta: tutti versano in condizioni non recuperabili e potrebbero rappresentare un grave rischio per l’incolumità pubblica”.
“Purtroppo, anche in tempi recenti, abbiamo visto cosa può accadere a una pianta non in salute. I due esempi più eloquenti sono rappresentati dal cipresso della piazza della chiesa che si è abbattuto in occasione della Pesa Vegia 2018, ferendo due persone; e dal platano caduto sulle passerelle dell’Orrido nell’agosto 2019, fortunatamente senza coinvolgere persone, ma causando circa 90mila euro di danni alle strutture. In questi anni diversi alberi sono stati abbattuti, a causa della loro precarietà dovuta a marciume, funghi, carie al colletto e al castello. Interventi mai fatti prima che hanno solo ritardato a volte l’intervento a discapito della sicurezza. Per questo motivo la scelta di incaricare due agronomi per un globale censimento e studio accurato dell’alberatura pubblica”.
La decisione di tagliare gli alberi pericolanti – per ora i quattro in piazza Grossi, un cipresso comune in zona Serenella e due cipressi Arizonici presso il parco giochi di Puncia – è stata condivisa e concordata con i gruppi di minoranza, con la commissione Ecologia e con il locale circolo di Legambiente.
“Sabato 27 febbraio abbiamo effettuato un sopralluogo per illustrare la situazione degli alberi, mentre sul sito del Comune è consultabile la relazione degli agronomi, in modo che tutti i cittadini interessati possano informarsi sulle motivazioni di un intervento così radicale. Noi tutti teniamo molto all’ambiente e questi alberi fanno parte dell’immagine del nostro paese, ma non possiamo davvero correre il rischio che si schiantino, magari in presenza di passanti. Al loro posto verranno messe a dimora nuove piante: non più ippocastani che, sempre secondo i gli agronomi, sono alberi che non si adattano più al nostro clima mutato, bensì dei platani, che già sono presenti in gran numero sul lungolago. Soltanto il platano che si affaccia sulla strada provinciale non sarà rimpiazzato, per motivi di sicurezza della circolazione stradale indicati dall’amministrazione provinciale”.
L’intervento comporterà una spesa stimata in 13mila euro, che vanno ad aggiungersi ai 16mila investiti per le perizie e le analisi fitopatologiche.