BELLANO – Il Consigliere Delegato all’Istruzione del Comune di Bellano Clementina Leone, invia oggi una lettera/augurio a studenti e personale didattico nel giorno di apertura della nuova stagione scolastica.
Un indirizzo di saluto corredato da un “contributo” nientemeno che di Abramo Lincoln:
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Desidero porgere un affettuoso augurio di buon lavoro a tutti coloro che si accingono a vivere il nuovo anno scolastico.
Bentornato ai ragazzi e alle ragazze che proseguono il percorso di studi e si apprestano ad affrontare nuove sfide e a raggiungere nuovi traguardi; benvenuto alle bimbe e ai bimbi che per la prima volta entrano a far parte della comunità scolastica.
Il mio augurio va ai docenti, al dirigente, a tutto il personale, cioè a tutti quelli che con il quotidiano impegno fanno si che la scuola sia il “luogo” del dialogo, del rispetto, della tolleranza, della solidarietà; alle famiglie degli alunni che affidano alla nostra scuola la formazione dei propri figli.
A tutti Voi dedico questa celebre lettera che Lincoln inviò a all’insegnante di suo figlio il primo giorno di scuola. Abrham Lincoln fu un politico e avvocato statunitense e il 16esimo presidente Usa, il primo appartenente al partito repubblicano. Pose fine alla schiavitù con la ratifica del XIII emendamento della costituzione americana nel 1865. Dalla lettera emerge l’importanza data alla figura dell’insegnante e alla formazione, dove la scuola si eleva a guida fondamentale per ogni individuo.
“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio. Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri. Gli faccia però anche comprendere che per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure. Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici. Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio”.
Lettera di Abraham Lincoln all’insegnante di suo figlio, 1830