Il 7 gennaio 2015, giorno del tragico attentato alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo che provocò dodici morti e undici feriti, l’Europa intera si strinse intorno alla Francia e alla città di Parigi, rivendicando con forza un diritto, quello della libertà di espressione. Nell’opinione generale, infatti, i terroristi che avevano fatto irruzione nella sede del giornale al numero 10 di rue Nicolas-Appert erano degli incivili, rei di aver reagito barbaramente a delle vignette che insultavano la religione musulmana e i suoi fedeli.
Insomma, erano dei fondamentalisti, delle teste calde, persone inferiori che non riuscivano a capire che in fondo si trattava solo di satira, non c’era da prendersela, dopotutto la Francia è un paese libero, l’Europa è libera e se a loro non piace sono altrettanto liberi di tornarsene in Liberia. L’europeo medio invece, dotato di una mente superiore, illuminata, le cui decisioni vengono guidate dal raziocinio, non si sarebbe certo offeso per delle innocue vignette. O almeno questo è quello che c’è piaciuto pensare.
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Immagine in evidenza dalla pagina Facebook di Labadessa