DERVIO – “Adesso stiamo spalando fango…” ma qualche appunto da approfondire il sindaco Stefano Cassinelli lo ha già segnato sul suo block notes. Fresco di elezione, la fascia tricolore sulle spalle del giornalista passato alla politica ha resistito una nottata, giusto il tempo di trovarsi catapultato nel pieno di una emergenza come nel nostro territorio non se ne vedevano da tempo.
Il fango oggi è reale, i danni dell’alluvione di ieri sono ancora difficili da quantificare ma le prime stime non sono per nulla ottimistiche. I guai nel pubblico, solo in quel di Dervio, girano attorno ai 400mila euro, per quanto riguarda i privati la parola che esce dalla bocca dl sindaco è “milioni“. Sono 200 i box allagati, e poi guasti vari alle abitazioni, giardini e recinzioni, coltivazioni, veicoli… Colpite severamente anche due grosse realtà produttive (Galperti e Camozzi) e come sempre in questi casi le ricadute preoccupano numerose famiglie.
Il fango diventerà presto metaforico. Ci sarà da fare chiarezza infatti su una serie di aspetti che non hanno funzionato, a partire dalla assenza dell’allerta meteo, un sistema di previsione – gestito dalla protezione civile regionale col cappello dei piani alti di Palazzo Lombardia – alle volte fin troppo solerte nell’annunciare criticità per ogni ordinaria perturbazione in vista ma sorprendentemente gabbato dall’episodio senza precedenti delle ultime ore. “Che pioveva lo sapevo anche io” commenta a denti stretti il sindaco.
Altra questione che palesemente non ha funzionato è la comunicazione sull’asse Pagnona-Dervio, ossia Enel-Amministrazioni pubbliche, per quanto riguarda la diga. Non ci sarebbe stata coordinazione nell’apertura del bacino messo a dura prova dalla bomba d’acqua notturna e quindi il sospetto che una preparazione avrebbe potuto influire non poco positivamente sul bollettino raccontato dalle 9 di mercoledì 12 giugno.
Oggi si spala il fango dalle strade, poi verrà il momento di dissolvere anche queste ombre.
Cesare Canepari