DERVIO – Più delle parole parlano le immagini. La diga di Pagnona è ancora piena di detriti, tronchi, sterpaglia e fango, e a 40 giorni dai disastri del 12 giugno scorso non è chiaro chi debba intervenire e con quali provvedimenti.
Enel, che ha la gestione del bacino idrico sul Varrone, non ha lasciato trasparire troppa preoccupazione nemmeno nel giorno dell’inondazione, quando annunciò il cessato allarme e la fine dell’evacuazione di Dervio con ampio margine sulle comunicazioni ufficiali. Ben diverso è lo stato d’animo del sindaco del paese lariano invaso dal fango, Stefano Cassinelli, che senza nascondersi teme un nuovo 12 giugno.
Apprensione messa nero su bianco nell’informativa inviata oggi alla Procura, alla Prefettura ed agli uffici di Regione e Provincia.
“In data 18 luglio – si legge nell’esposto, e a quella data fanno riferimento le immagini in questa pagina – la diga risulta satura di fango e legname, in caso di forti venti e piogge si potrebbero ripetere eventi come il 12 giugno. Si ribadisce che siamo in attesa di un riscontro con cui venga indicato ai singoli enti per competenza quanto sia necessario per eliminare lo stato di pericolo latente attualmente riscontrato”.
“Non vogliamo svegliaci una mattina e sentirci dire di nuovo che dobbiamo evacuare il paese – aggiunge Cassinelli – e la situazione della diga ci preoccupa: dal 12 giugno ad oggi la diga non è stata ripulita e se si ripresentasse una bomba d’acqua saremmo di nuovo in emergenza. La situazione di pericolo a Dervio permane e nonostante sia passato più di un mese non sono a conoscenza di alcun atto concreto che dimostri si stia mettendo in sicurezza la situazione. Va bene gestire l’emergenza ma noi dobbiamo tutelarci per evitare che succeda nuovamente”.