DERVIO – La maggioranza del sindaco Cassinelli si inventa sempre nuovi modi per creare polemiche pretestuose: in Consiglio Comunale ha perfino presentato un’interrogazione a… sé stessa senza dare alla minoranza la possibilità di replicare, ma inviandola subito ai giornali, con una messinscena organizzata nei particolari. Un’amministrazione dovrebbe amministrare un paese, ma probabilmente è più interessata a creare polemiche per coprire le proprie mancanze che col passare del tempo sono sempre più evidenti.

Stavolta cerca di addossare all’ex sindaco la responsabilità della piena del Varrone di sabato scorso, quando l’acqua ha parzialmente invaso il sottopasso ferroviario di via Greppi, attribuendo le colpe alla realizzazione del sottopasso di qualche anno fa.

Nel comunicato stampa preconfezionato dalla coppia Cariboni-Cassinelli si cita l’allora assessore Vassena (in carica ai tempi del progetto di recupero dell’ex cartiera nel 2006) ma stranamente non si cita l’allora sindaco Macchi (che era inoltre assessore all’urbanistica quando, nel 2000, si approvò il piano di ristrutturazione dell’ex cartiera) strumentalizzando un intervento che ha evidentemente ben altri padri: ma dopo che di recente l’ex sindaco Macchi ha sostenuto pubblicamente Cassinelli, è chiaro come non lo abbiano voluto coinvolgere in una polemica che è quindi assolutamente strumentale.

Nel comunicato seguito all’auto-interrogazione-farsa della maggioranza in Consiglio si dice che l’argine del fiume sarebbe stato abbassato di un metro per realizzare il sottopasso ferroviario presso l’ex cartiera. Ma la stradina pedonale che costeggia il fiume (e che tutti i Derviesi percorrono da sempre per recarsi in centro paese) non è stata modificata, tanto che la modesta recinzione che la separa dal fiume è ancora quella originale, esistente da decenni. Di conseguenza non è stato toccato nemmeno l’argine, che peraltro in quel tratto di fiume non è mai esistito ed è costituito solo dal muro di sostegno della stradina pedonale, anch’esso rimasto intatto nel tempo.

Ben venga invece l’idea di costruire, coi tanti soldi ricevuti ora dalla Regione, un argine più alto per evitare l’allagamento del sottopasso ferroviario in caso di eventi estremi, ma che non si inventino polemiche pretestuose…

Ovviamente, dato il vero obiettivo del proprio comunicato stampa, la Giunta se ne guarda bene dal ricordare che lo stesso ex sindaco Vassena aveva promosso nello stesso periodo l’unico intervento di dragaggio del fiume fatto negli ultimi decenni, quando centinaia di camion di ghiaia vennero rimossi dal letto del Varrone, a costo zero per il Comune e a scopo preventivo, senza attendere un’alluvione, così come i successivi interventi effettuati per rinforzare gli argini, costruendo nuovi tratti e sistemando molte grosse falle che si erano create e dove le ultime piene avrebbero certamente causato danni ben più gravi agli argini stessi. Questi lavori, dello stesso periodo, vengono “stranamente” taciuti…

Ma perché la maggioranza ha creato questa messinscena? Solo perché la minoranza, facendo il proprio dovere, dopo aver atteso 500 giorni dall’alluvione del giugno 2019, ha osato sottolineare i ritardi accumulati negli interventi di ripristino del Varrone, nonostante i relativi fondi fossero nelle casse comunali già da sei mesi. Siamo stati fin troppo pazienti, ma a questo punto è il caso di sottolineare la lentezza con cui la nuova amministrazione si è mossa: dopo che la Regione ha impiegato solo 14 giorni per liquidare al Comune i fondi richiesti, pervenuti l’8 aprile 2020, il 16 giugno il progetto definitivo per ripristinare argini e alveo del Varrone era già in Comune e aveva ottenuto i pareri degli enti sovracomunali, ma la Giunta impiegava ben 42 giorni per approvarlo, con una delibera di 3 paginette, forse perché impegnata nell’organizzazione di Miss Mondo al parco Boldona.

Nel frattempo era pervenuto in Comune anche il progetto esecutivo dell’opera, ma la Giunta ci metteva altri 29 giorni prima di approvarlo, con altre 3 pagine di delibera, e impiegava poi altri 13 giorni per fare l’impegno di spesa e 24 per assegnare i lavori all’unica impresa individuata. Per completare i 4 passaggi di routine, che caratterizzano ogni opera pubblica, la Giunta ha impiegato ben 108 giorni, salvo poi far “casualmente” iniziare i lavori 2 giorni dopo che la minoranza aveva segnalato questi ritardi. E’ questa una causa più verosimile per l’allagamento del sottopasso ferroviario del 3 ottobre, che poteva forse essere evitato se solo i lavori di pulizia dell’alveo fossero iniziati prima, com’era possibile fare. L’attuale Giunta ha usato procedure d’urgenza in altri casi, ma ha evidentemente pensato che ripulire il fiume dai detriti non fosse poi così urgente, se ci ha messo 108 giorni a predisporre i relativi documenti. E il fiume, della lentezza dell’amministrazione, se n’è ampiamente disinteressato…

Ma allora 108 giorni per scrivere 4 delibere sono tanti o pochi? Può essere utile il confronto con un’opera simile, quando nel 2013 la Giunta Vassena fece fronte all’emergenza del crollo della strada per Pianezzo causato da un’enorme frana caduta il 16 giugno. Dopo soli 11 giorni, con procedura d’urgenza, venivano già affidati i lavori, di importo superiore a quelli ora in corso sul Varrone e avviati senza attendere fondi dagli enti superiori, e per Ferragosto la strada era nuovamente transitabile coi muraglioni completamente ricostruiti. Erano passati solo 59 giorni: ma non per scrivere solo le delibere, bensì per iniziare e finire anche i lavori…

Gruppo Consiliare “Insieme per Dervio”

 

L’ATTACCO DI CARIBONI

Varrone. J’accuse di Cariboni: “Vassena ha abbassato gli argini”