ABBADIA LARIANA – Anche Abbadia è stata coinvolta in un progetto di gestione del territorio, con lo scopo di costituire una traccia programmatica di interventi, per fronteggiare i rischi derivanti dalle innumerevoli situazioni di dissesto idrogeologico ed idraulico che si sono verificati sul territorio durante le forti piogge dell’estate scorsa in vari comuni della provincia lecchese. Per questo, la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino ha ritenuto necessario ed urgente effettuare uno studio, atto a fronteggiare la fragilità idrogeologica del territorio, per la tutela e difesa della pubblica incolumità e del territorio naturale.
“Si tratta di uno strumento di programmazione per la definizione delle necessità e delle priorità di intervento, per il monitoraggio e per le opere di difesa del suolo” è il commento di Luciano Fascendini. Sinteticamente il progetto prevede le seguenti fasi operative.
La prima fase è quella di monitoraggio, attraverso un’analisi complessiva del territorio (geologica, geomorfologica-forestale, idraulica e sismica) in coerenza con gli studi geologici del PGT, gli studi del reticolo minore, i piani di protezione civile e le mappe del vincolo idrogeologico, una riperimetrazione dei dissesti censiti e delle aree di fragilità idrogeologica, una definizione delle linee guida di programmazione e progettazione dei sistemi di monitoraggio, una progettazione e realizzazione di sistemi di monitoraggio urgenti.
La seconda fase di operatività per la definizione dei sistemi di interventi e delle opere prevede la definizione delle linee guida di programmazione e progettazione delle opere di difesa del suolo di prevenzione e di emergenza, nonchè la progettazione e realizzazione delle opere di difesa del suolo di emergenza urgenti.
La terza fase è quella di controllo per la prevenzione e il monitoraggio sulle fasi precedenti, con la programmazione dei progetti di monitoraggio ed opere di difesa del suolo di prevenzione e la programmazione di un piano di monitoraggio e manutenzione delle opere di difesa del suolo.
“Nel complesso, questo strumento di programmazione dovrà prevedere l’aggiornamento continuo attraverso l’implementazione con ulteriori indagini e analisi del territorio sotteso, in particolare per le aree ritenute sensibili e soggette a criticità – prosegue Fascendini -. Il piano di lavoro della Comunità Montana dovrebbe iniziare dallo Studio idrogeologico del territorio della Comunità Montana del 2001, che contiene una base di partenza dei dati geologici e idraulici del territorio, un programma sommario del sistema di monitoraggio e degli schemi tipo delle opere di difesa del suolo”.
Il Piano utilizzerà gli strumenti di informatizzazione territoriale diffusi tra gli Enti Comunali interessati per permettere di acquisire tutti i dati territoriali disponibili e la possibilità di restituire con facilità le implementazioni eseguite, per qualsiasi ulteriore necessità. “Ci auguriamo una costruttiva sinergia e collaborazione attiva tra Enti coinvolti, la Comunità Montana, la Regione ed i Comuni interessati”.
C. D.