DERVIO – “Pagati sempre puntualmente e trattati come una famiglia, fanno male certe parole verso chi per anni ti ha dato un lavoro“. Non sono andate giù ad alcuni degli ex dipendenti Activa le affermazioni di altri colleghi che questa mattina su LarioNews hanno dato la loro versione della vicenda.
Il call center di Dervio ha infatti iniziato il nuovo anno lasciando a casa buona parte dei suoi trenta lavoratori dopo che la Schindler ascensori ha interrotto il rapporto di lavoro con i centralinisti lariani. L’azienda di Dervio aveva nella Schindler uno dei clienti più importanti, ma dal momento che quest’ultima ha deciso di affidare il lavoro di assistenza telefonica a una realtà del sud Italia rincorrendo i vantaggi dei nuovi provvedimenti per lo sviluppo, sul lago si è dovuti correre ai ripari.
“Non possiamo dare la colpa alla Activa, anche loro sono rimasti feriti dalla grossa commessa non rinnovata – racconta Renzo Neri, tra i dipendenti lasciati a casa ma che nel frattempo ha trovato un altro impiego – dobbiamo invece essere riconoscenti verso chi per anni è stato capace di non farci mancare nulla, assicurandoci stipendi dignitosi e un ambiente di lavoro che altri ci invidierebbero. Quel posto di lavoro a molti ha cambiato la vita, c’erano colleghi che arrivavano da Milano, altri che potevano ritagliarsi un secondo impiego”.
“Lavorare in Activa è stato tutt’altro che lavorare per chi aveva il solo scopo di arricchirsi. Dopo l’inattesa frenata della Schindler i titolari ci hanno convocati uno per uno per spiegarci la situazione, e non ci hanno fatto mancare alcun sostegno. Non è corretto che ora, soprattutto in un paese piccolo come Dervio, si possano mettere in giro voci non veritiere alludendo addirittura alla chiusura“.
Activa però non chiude, ha mantenuto altri clienti e progetti, e per questo motivo il licenziamento non ha riguardato tutti i dipendenti. Vero è che per chi l’ha perso sarà difficile trovare un altro posto a 1.200 euro al mese, con tredicesima e quattordicesima, straordinari per le domeniche e le notti.
C.C.