A prima vista sembra un bruco innocuo, per certi versi anche un po’ buffo. Si chiama processionaria ed è un lepidottero, che prima di trasformarsi in farfalla rappresenta un pericolo letale per i nostri amici a quattro zampe. Sono carini e perfino simpatici, questi bruchetti che camminano in processione (da cui il nome) e proprio per questo attirano l’attenzione e stimolano la curiosità dei cani. Nella nostra zona si trovano soprattutto le processionarie del pino (le cui larve si spostano in fila indiana, una dietro l’altra) e della quercia, i cui bruchi invece procedono sempre con un comportamento gregario, ma disposti a ventaglio: un capofila seguito da due bruchi, a loro volta seguiti da tre, quattro e così via, fino ad allargarsi a 10-15 individui.
La processionaria è un parassita delle piante su cui vive, che spesso distrugge completamente. Ma per uomini e animali il problema non sono certo le sue mandibole, bensì i peli urticanti che ne ricoprono il corpo. Peli che possono essere anche liberati nell’aria e portati in giro dal vento, quindi può capitare di esserne colpiti senza venire in diretto contatto con i bruchi. La stagione più a rischio inizia proprio a marzo e dura almeno fino alla fine di aprile. I cani, annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. I cuccioli spesso tentano direttamente di giocare coi bruchi o di “assaggiarli”.
I sintomi che un cane presenta dopo questo spiacevole incontro sono spesso gravi. Il primo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. E’ facile intuire la gravità di quanto è successo, perché il fenomeno peggiora con il passare dei minuti e la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico, a volte di dimensioni tali da soffocare l’animale. I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica. Importantissima l’azione di pronto soccorso: allontanate subito la sostanza irritante dal cavo orale con un lavaggio della bocca più abbondante possibile, con una soluzione di acqua e bicarbonato. Se il cane, sofferente, non si lascia toccare in bocca, bisogna usare una siringa sprovvista dell’ago, con cui spruzzare la soluzione in bocca, anche più volte. Subito dopo bisognerà correre dal veterinario che applicherà le cure più appropriate a seconda della gravità del caso. Dunque, occhio durante le passeggiate: alla larga da pini e querce. O almeno attenti ai piccoli bruchi killer che transitano da quelle parti.
La redazione di Zampamici