BELLANO – “La ruga del cretino”. Si intitola così il nuovo libro pubblicato dallo scrittore Andrea Vitali a quattro mani con il noto psichiatra e criminologo Massimo Picozzi. E lo hanno presentato sabato pomeriggio al Ristorante Cavallo Bianco, in una sala gremita e attenta, con il sindaco Roberto Santalucia a fare gli onori di casa.
In un interessante dialogo tra i due attori, anche il pubblico è stato coinvolto nell’esilarante romanzo, che riporta un insolito Vitali a confrontarsi con gli albori della psichiatria, ruotando attorno alla figura del protagonista, lo scienziato-criminologo ottocentesco Cesare Lombroso, affaccendato a risolvere uno strano caso proprio a Bellano.
Molti gli elementi di fantasia, ma molti anche i riferimenti alla realtà, grazie alla collaborazione del criminologo Picozzi, volto noto agli spettatori del piccolo schermo come consulente nel programma Quarto Grado di Rete 4.
Un pomeriggio molto piacevole, quello di sabato, che giunge a riconferma di una serie di successi della “strana” coppia, intervistata anche in diretta radio da Tony&Ross. Ma ecco, per i più curiosi, di cosa parla il romanzo, edito da Garzanti.
La terza figlia di Serpe e Arcadio si chiama Birce, ed è nata storta. Ha una macchia sulla guancia sinistra e ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane. Chi la vuole una così? Chi la prende anche solo come servetta di casa? È l’agosto del 1893 e per i due coniugi, lavoranti presso il rettorato del santuario di Lezzeno, poco sopra Bellano, è arrivata l’occasione giusta. Perché una devota, Giuditta Carvasana, venuta ad abitare da poco a villa Alba, è intenzionata a fare del bene, per esempio aiutare una giovane senza futuro. Per Birce non sarebbe cosa da poco, perché la vita non pare riservarle un destino felice. Come a quella povera fioraia di Torino massacrata per strada. A dire il vero, in quell’estate lontana, non è la prima vittima. I loro corpi sono a disposizione della sala anatomica dell’università torinese, dove il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso, li analizza con cura, convinto che dalla medicina possa venire un aiuto alle indagini. Oltretutto, dalle tasche delle sventurate, salta fuori un biglietto con incomprensibili segni matematici. Indicano un collegamento tra quelle morti? E nel mirino dell’omicida può esserci finito lo stesso Lombroso, che già aveva ricevuto un analogo foglietto insidiosamente anonimo? Trovare la soluzione non è cosa per cui possa bastare il rigore della scienza. Forse, fantastica il Lombroso, lo spiritismo potrebbe dare un contributo. Per quanto a praticarlo siano persone fuori dall’ordinario. Un po’ come la Birce, con quella sua macchia e che ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane…
Francesca Bettega