BELLANO – Dopo “amare” il verbo aiutare è il più bello del mondo. Questo è il motore che spinge i soccorritori a svolgere il proprio compito al servizio dei cittadini.
Silvia Morosini, 34enne di Bellano da 16 anni parte attiva del Soccorso Bellanese, lo sa bene e ci parla del suo “essere al servizio degli altri a bordo delle ambulanze”.
In 16 anni hai fatto tanti interventi, qual è stata la situazione più difficile da gestire?
“Verso la metà del mese di febbraio, quando in Lombardia si cominciava a parlare di Covid. Ricordo che siamo stati chiamati per una persona con problemi respiratori. Entrati nell’abitazione ci siamo ritrovati con ben 5 soggetti che presentavano i sintomi del coronavirus. In quel momento dentro di me è scattato qualcosa, una paura che mi ha fatto piangere. Per la prima volta, durante un intervento, mi sono chiesta a cosa sarei andata incontro. Poi, ho riflettuto, mi sono fatta coraggio e ho affrontato la situazione”.
A ogni chiamata indossate i dispositivi di sicurezza?
“Certo, mascherina, tuta della nostra taglia, occhiali, visiera personalizzata e guanti, il presidente del Soccorso Bellanese Paolo Rusconi non ci ha mai fatto mancare queste protezioni, tiene in modo particolare alla nostra sicurezza”.
Una volta giunti in ospedale, dopo aver lasciato il paziente alle cure dei dottori qual è la procedura che seguite?
“Saliamo sull’ambulanza vuota, puliamo tutto, utilizziamo uno spray specifico per una prima sanificazione, togliamo i dispositivi di sicurezza che indossiamo e li depositiamo nei contenitori appositi che si trovano nel parcheggio ambulanza e facciamo ritorno in sede a Bellano. Qui, una volta scesi dall’ambulanza, abbiamo un apparecchio che tramite l’utilizzo dell’ozono, sanifica ulteriormente l’interno dell’ambulanza”.
Nella primavera scorsa, con l’emergenza sanitaria, cos’è cambiato nel modo di interagire con le persone?
“Sicuramente il fatto che le persone che hanno bisogno di noi sanno che non potranno essere accompagnati dai familiari, come succedeva prima, che in ospedale saranno soli. Quindi prima di venire con noi assisto ai saluti che si fanno, vedo spesso lacrime, date dal fatto che oltre la paura per il malessere fisico, sentono un senso di abbandono, pensano alla solitudine che proveranno in ospedale”.
Siete da ammirare, sempre in prima linea, soprattutto in questo momento in cui i contagi stanno salendo; ti senti di dire qualcosa alle persone che leggono?
“Innanzitutto vorrei dire di indossare sempre la mascherina e tenere le distanze di sicurezza. Non creare situazioni che possono mettere in pericolo la propria salute o quella degli altri“.
Nella foto di copertina vediamo Silvia felice, che indossa la divisa del Soccorso Bellanese; per far si che possa tornare di nuovo in quello stato d’animo bisogna rispettare le regole che prevedono le norme anti Covid. Vogliamo vedere il suo sorriso libero e non nascosto da una mascherina e soprattutto vogliamo che la sua salute non venga meno a causa di un contagio con una persona che ha soccorso.
E proprio in tema, lo stesso Soccorso Bellanese lancia alla popolazione “un appello alla prudenza e all’attenzione verso gli anziani e le persone fragili, ricordando che gli accorgimenti da seguire, mascherine, sanificazione e distanziamento non sono attenzioni frutto della quotidiana retorica, ma un’arma, la più affilata che abbiamo per difenderci da questa minaccia“.
B. D. S.