LECCO – È ufficialmente aperta in Provincia di Lecco la caccia al cinghiale. La decisione finale è stata presa dalla giunta regionale e l’obiettivo è interrompere e ridurre il proliferare degli ungulati nel nostro territorio, che negli ultimi anni ha visto una vera impennata del numero di esemplari, e di conseguenza sono cresciuti i danni alle coltivazioni e gli avvistamenti vicino ai centri abitati.
Già disponibile dunque anche il regolamento, che innanzitutto precisa che “il prelievo venatorio del cinghiale è consentito esclusivamente nei Comprensori Alpini di Caccia” e per la precisione nella zona di maggior tutela tramite la forma definita “in selezione”, mentre nella zona di minor tutela si procederà “in selezione e in forma collettiva con la sola modalità della girata” ma mai contemporaneamente. La caccia “in selezione” è quella praticata dal singolo cacciatore, autorizzato tramite una specifica abilitazione in questo caso per i cinghiali; la cosiddetta “girata” coinvolge invece più cacciatori e i cani. La girata procede in quattro fasi: la tracciatura, la disposizione delle poste, lo scovo e l’abbattimento; semplificando molto, l’unico cane abilitato a stanare la preda lo spinge sino alle poste, questo vi arriva non in affanno e permette ai cacciatori in attesa di selezionare l’animale da abbattere.
Le squadre saranno composte da un minimo di tre a un massimo di sette cacciatori, e tutti dovranno indossare abbigliamento ad alta visibilità giallo o arancione che copra interamente il busto. Per sparare è consentito un fucile a canna liscia di calibro non superiore al 12 e non inferiore al 20, caricato con non più di tre colpi per munizione a palla unica.
Infine il cinghiale, anche se ferito, non può essere inseguito oltre la zona di competenza, se invece l’animale trovasse rifugio in un’area protetta o dove vige il divieto di caccia, il recupero è concesso solo in presenza della polizia provinciale.