LECCO – Da qualche anno i Carabinieri svolgono anche operazioni a salvaguardia della flora e della fauna presente sul territorio del nostro Paese, più in particolare da quando è avvenuto l’accorpamento di quella che si chiamava Guardia Forestale. Uno speciale raggruppamento dell’Arma ha il compito di far rispettare in Italia la Convenzione CITES di Washington.
Si tratta di una convenzione sottoscritta da oltre 180 Stati di tutto il mondo e che mira a tutelare la flora e la fauna in via di estinzione.
I Carabinieri CITES sono i protagonisti del Calendario CITES di quest’anno, che si focalizza su 12 specie in via di estinzione e i Carabinieri quotidianamente impegnati nella loro salvaguardia.
Si tratta di un grande riconoscimento per il lavoro svolto da questo gruppo altamente specializzato, che rilascia certificati che legittimano le attività legali di compravendita di specie in via di estinzione e che esegue un continuo lavoro di investigazione per contenere il commercio illegale di specie in via di estinzione ma anche di parti di animali e piante protetti dalla legge.
Si stima che ogni anno il commercio mondiale di animali e piante protetti ammonti a 23 Miliardi di dollari l’anno. Finora i Carabinieri hanno comminato oltre 1 milione e mezzo di sanzioni, hanno ordinato 235 sequestri e consegnato alla giustizia oltre 200 persone.
Naturalmente le attività dei Carabinieri del raggruppamento CITES non sono le uniche portate avanti su suolo nazionale a salvaguardia delle specie animali e vegetali a rischio di estinzione. Recentemente, ad esempio, i Carabinieri Forestali di Dervio hanno sgominato una banda di bracconieri attivi nel bosco di Dorio Iacci e hanno proceduto al sequestro di un’ingente quantità di armi e di mezzi non consentiti per la cattura e l’uccisione di animali.
Bisogna precisare però che ci sono situazioni in cui i Carabinieri e le forze dell’ordine in generale non hanno modo di proteggere gli animali esotici commercializzati regolarmente in Italia ma che vengono allevati da padroni disattenti o semplicemente disinformati.
È importante infatti che ogni specie sia allevata in maniera conforme alle proprie esigenze e alle proprie abitudini. Per fare un esempio molto comune, gli anfibi sono spesso allevati in spazi molto piccoli, tanti uccelli segregati in voliere molto anguste e prive di supporti e vegetazione per ricreare una parvenza di habitat naturale. Si tratta di una situazione in cui gli animali sono in grado di sopravvivere a lungo, ma a costo di malformazioni e sofferenze.
Al fine di evitare assurde sofferenze è opportuno documentarsi sugli animali e le attrezzature necessarie: evitare le piccole vaschette sferiche per i pesci o in possesso di pappagalli incatenati al trespolo, invece di attenersi a buone pratiche come la vasca per tartarughe che garantisce zone umide e asciutte, la cura di mantenere una temperatura ambientale consona alle specie con termostati e lampade UV, pulire regolarmente gli acquari, le gabbie ed ogni tipo di giaciglio senza l’irruenza che potrebbe nuocere all’animale.
Ultimo ma non ultimo, è fondamentale non mettere a contatto specie antagoniste, che potrebbero contendersi gli spazi limitati della cattività fino ad arrivare a scontri fatali.