LECCO/COMO – Un’altra persona è rimasta uccisa in un incidente stradale causato da un cinghiale. È accaduto ieri in Oltrepò Pavese e, come detto, non è la prima volta: l’anno scorso un agricoltore era rimasto vittima da un altro ungulato in provincia di Brescia. Notizie che lasciano di sasso. “Basta. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna intervenire e organizzare dei piani radicali di contenimento di questi animali, altrimenti la situazione può solo peggiorare” affermano Fortunato Trezzi e Raffaello Betti, presidente e direttore di Coldiretti Como Lecco.
Lo schianto mortale, causato da un cinghiale in carreggiata, è avvenuto a di Cal di Nizza, provincia di Pavia: a perdere la vita un agricoltore di 33 anni di Romagnese.
Nel giro di dieci anni in Italia – stima la Coldiretti – i cinghiali sono raddoppiati, superando il livello record di un milione di esemplari, mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio. Nel 2015 in Italia – denuncia la Coldiretti – ci sono stati 18 morti e 145 feriti per incidenti stradali causati dagli animali. In Lombardia ogni anno in media si verificano oltre 200 incidenti stradali causati da animali selvatici: il 25% dei danni è colpa dei cinghiali, mentre il 60% è il risultato di scontri con caprioli cervi e daini nelle zone di montagna, c’è poi un 3% di schianti con nutrie e quasi un 5% con le volpi.
Dal 2004 a oggi la stima dei danni stradali causati dagli animali ha raggiunto i 4 milioni di euro, con percentuali di incidenza a due cifre anche in provincia di Como (11,2%). Non va dimenticato che, come dimostra l’indagine della Coldiretti interprovinciale sui dati raccolti negli ultimi anni, ben un incidente su sei nelle strade extraurbane del Comasco e del Lecchese è causato da animali selvatici.
Nel Comasco si verificano in media oltre 100 attacchi in un anno alla zone agricole, mentre nel Lecchese si sfiorano i 150 e per entrambe le zone nel 65% dei casi di tratta di incursioni di cinghiali, che devastano le colture e rivoltano il terreno. Sono animali molto prolifici – spiega l’organizzazione agricola – e l’opera di limitazione della popolazione per adesso ha dato scarsi risultati, visto che in tutta Italia avrebbero raggiunto il milione di capi.
Dal 2004 a luglio 2016 – stima la Coldiretti – il bilancio dei danni causati dalla fauna selvatica a livello regionale ha sfiorato i 17 milioni di euro. “Ma si pone anche e soprattutto un problema di sicurezza – conclude il presidente Trezzi –questi animali si stanno spingendo sempre più fuori dai boschi verso i campi coltivati e le cascine della Pianura Padana, come è successo negli ultimi giorni nella Bassa Cremonese”.
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