COLICO – La Pro Loco di Colico, con un messaggio scritto sulla propria bacheca Internet, annuncia di aver annullato i prossimi eventi musicali al Palalegnone, dopo “reiterate lamentele dei residenti”. Può quindi un paese a “vocazione turistica” vedersi tarpare le ali per colpa di eventi musicali che possono recare fastidio ai residenti? Evidentemente a Colico si, è possibile.
Fatto sta che, viste le insistenti lamentele e denunce di alcuni residenti che abitano nei pressi del Palalegnone, si è deciso di vietare e cancellare le iniziative turistico-musicali della Pro Loco. Gli eventi che conterranno musica li si sposterà in Piazza Garibaldi, sul lungolago, dove però vige il divieto di non oltrepassare la mezzanotte con la musica ad alto volume. I cittadini che abitano nelle vicinanze del Palalegnone lamentano la sua peculiarità di fare da “cassa di risonanza”, essendo la sua struttura interamente in metallo ed avendo il tetto contro soffittato.
Un paese a “vocazione turistica” limitata quindi, che vede la popolazione dividersi in due correnti di pensiero. La prima, quella radicale, decisa a mantenere lo stato di diritto esigendo il silenzio forzato dopo una certa ora, obbligando quindi le feste ad annullare musica e decibel per favorire il più che meritato riposo altrui. La seconda che vorrebbe far decollare l’economia della cittadina creando iniziative turistiche che attraggano gente e permetta a tutti di divertirsi, sforando di quando in quando l’orario pattuito a favore di un turista (o anche di un cittadino locale) divertito e finalmente appagato dal divertimento. Addirittura c’è chi consiglia i residenti lamentosi delle zone del lungolago di vendere l’attuale abitazione e acquistarne tre in zone più tranquille e lontano dal rumore. Il lungolago è una zona turistica, e durante i tre mesi estivi va vissuto anche dopo la mezzanotte.
A ben guardare, a rigor di logica, avrebbero ragione entrambi gli schieramenti, sebbene nei tre mesi estivi non si può mettere la museruola ad un paese che fa del turismo, o dovrebbe farlo, la propria ricchezza. Qualche cittadino esasperato dalla situazione fa notare che chi va in vacanza generalmente visita località balneari e principalmente turistiche, e avrà notato che fino a notte fonda il divertimento è assicurato (e visto che paga, guai se non fosse così). Anche in questi luoghi esistono dei residenti, che per tre mesi all’anno stringono i denti (e tappano le orecchie) per dar modo all’economia locale di girare al massimo. A una certa ora tutti hanno diritto di riposare, e quindi certi altoparlanti (quelli più vicini alle abitazioni residenziali) smettono di infastidire abbassando il volume o cessando di funzionare, ma di certo non prima dell’1.00 di notte. Per logica, se Colico si ritiene di essere una cittadina a “vocazione turistica”, dovrebbe attuare dei protocolli simili agli altri luoghi similari, proprio per agevolare il turismo e l’economia locale.
Colico ha vissuto una buona estate, con eventi che hanno attirato migliaia di persone ed hanno permesso ai commercianti locali di lavorare bene, grazie anche alle condizioni meteorologiche più favorevoli rispetto a quelle dell’anno passato. Ora però il problema si ingrandisce, perché si è dato modo di interrompere spettacoli al Palalegnone a stagione estiva non ancora conclusa e i cittadini si chiedono a cosa sia servito spendere più di 650 mila euro per realizzarlo se poi non si può nemmeno più usare, se non per eventi “silenziosi”. E la polemica, ovviamente, s’infiamma.
“I problemi si risolvono con volontà e buonsenso, non con i divieti,” ha commentato il Segretario locale della Lega Francesco Cappelletti. “Durante la nostra festa di quattro giorni, per esempio, abbiamo chiesto alle band di attenuare il più possibile i toni bassi in modo che la struttura del Palalegnone non rimbombasse troppo, e a quanto mi risulta nessuno si è lamentato. Nessun residente della zona è venuto a chiedere di spegnere la musica. Basterebbero maggiore sensibilità e semplici accorgimenti. Noi l’abbiamo fatto di nostra iniziativa, ma nessuno purtroppo controlla e tantomeno sensibilizza ed è quindi normale che i residenti, che magari debbono alzarsi la mattina successiva per recarsi al lavoro, giustamente si lamentino. Troppo facile vietare piuttosto che cercare soluzione utile al garantire lo svolgimento di quelle manifestazioni sia organizzate dagli esercenti che dalle preziose associazioni colichesi. Questi divieti sono sbagliati e la totale assenza dell’Amministrazione comunale lascia intuire la loro concezione di sviluppo turistico del paese. Contatteremo nei prossimi giorni il Presidente della Pro Loco e proporremo di organizzare un incontro, magari anche con i residenti, per trovare assieme una soluzione, almeno perché non si ripresentino gli stessi problemi l’anno venturo. Colico non si può permettere di diventare un paese dormitorio. Non si può permettere di rinunciare a manifestazioni in zona lago durante il periodo estivo. Serve appunto buon senso e volontà.”
Su Facebook intanto si scatenano i commenti di chi è a favore del silenzio e di chi vorrebbe non leggere certi divieti e cancellazioni. Probabilmente la strada più giusta da percorrere è proprio quella del buonsenso, dell’incontro e della tolleranza, da parte di tutti.
Luca Monticelli