PIAN DI SPAGNA – Una vicenda dai risvolti amari, quella che ha colpito la zona di Dubino dopo l’incendio dell’11 marzo.
Quella notte, in poche manciate di minuti, il fuoco si era propagato nell’area protetta, in zona del Casello 7, mandando in fumo ettari di verde. Allo sdegno dei residenti, dopo aver scoperto che, ad aver appiccato il fuoco, potrebbe essere stato un mozzicone di sigaretta lanciato da un’auto, si aggiunge anche la rabbia. Solo ora, infatti, dopo il devasto lasciato dall’incendio, è emersa una verità agghiacciante: l’area di Pian di Spagna è una piccola discarica a cielo aperto di Eternit.
A fare l’amara scoperta una guardia ecologica, incaricata di fare un sopralluogo per verificare lo stato della zona interessata dall’incendio. Probabilmente, quelle lastre di amianto abbandonato, di una quindicina di metri quadrati, giacevano lì da tempo, ma soltanto con la scomparsa del canneto, letteralmente mangiato dalle fiamme, la verità è venuta a galla. Nella fretta di intervenire per rimuovere il materiale nocivo, il Comune avrebbe deciso di accollarsi la spesa di qualche centinaio di euro per rimuovere il materiale pericoloso.
L’amianto, conosciuto più comunemente come Eternit, era molto diffuso in passato per le sue proprietà isolanti, nonostante le sue fibre e la polvere, se inalate, fossero cancerogene. Nel 1992, l’Italia è diventata il primo Paese europeo a metterlo al bando e oggi, per la sua rimozione, sono in vigore alcune norme da seguire, tra le quali la circoscrizione dell’area, in cui vige l’assoluto divieto di accendere fuochi. Va da sé che, con l’incendio dell’11 marzo e quelli precedenti, il rischio di esalazioni tossiche nell’aria potrebbe non essere stato scongiurato.
Francesca Bettega