LARIO – Mentre le amministrazioni locali devono fare i conti con le calamità atmosferiche impreviste e il dissesto idrogeologico, decidendo i nuovi interventi sugli svincoli di Dervio e Piona, cresce il desiderio di saperne di più sugli anticorpi monoclonali per combattere il Covid-19. Cerchiamo di fare chiarezza.
Gli anticorpi sono proteine che il corpo delle persone produce per combattere i virus, come il Coronavirus che causa Covid-19. Gli anticorpi prodotti in laboratorio agiscono in modo molto simile agli anticorpi naturali per limitare la quantità di virus nel corpo, perché sono in grado di impedire la sua replicazione nell’ambiente cellulare che lo ospita. Sono chiamati anticorpi monoclonali.
Il trattamento con anticorpi monoclonali è per le persone che sono affette da Covid-19 e hanno sintomi da lievi a moderati. A quanto si sa è il trattamento che ha ricevuto l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, in quanto a quel tempo questa soluzione era già consentita dalla Food and Drug Administration (FDA) in base a un’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) mentre gli studi clinici continuano a esaminare la loro utilità e sicurezza.
“Il meccanismo è lo stesso che viene innescato da sostanze presenti in natura che sono capaci di stimolare il sistema immunitario – afferma Katrine Rubæk sulle pagine di Sundt – come la vitamina C e il CBD, seppure con specificità molto differenti. Tuttavia, al momento sono in corso anche studi sull’efficacia del CBD (cannabidiolo) per il trattamento dei casi di Covid-19, per la sua azione antinfiammatoria e regolatrice della risposta immunitaria già nota da tempo”.
Il tratto distintivo degli anticorpi monoclonali è quella di essere la sostanziale riproduzione artificiale degli anticorpi creati naturalmente dalle difese dei pazienti che sono stati infettati da un virus. Il punto di forza è che dal procedimento ne esce una proteina anticorpale ad hoc, nata per scontrarsi proprio contro quel preciso virus; resta ancora da capire con maggiore precisione l’opportunità d’uso e la sua utilità con l’avvicendarsi delle varianti.
Gli anticorpi monoclonali rimangono efficaci contro la nuova variante SARS-CoV-2 chiamata B.1.1.7 (segnalata per la prima volta nel Regno Unito). Tuttavia, alcune mutazioni possono causare cambiamenti nella proteina spike che potrebbero interferire con l’efficacia degli anticorpi monoclonali attualmente disponibili.
Come qualunque vaccino che induce una risposta del sistema immunitario, non si possono escludere reazioni allergiche anche di forte identità. La somministrazione avviene per mezzo di infusione endovenosa e, come detto in precedenza, possono essere usati per prevenire l’ospedalizzazione poiché si usano in assenza di gravi sintomi.
Un aspetto non trascurabile, e che sta alzando il tono delle polemiche anche fra gli addetti ai lavori, è il costo elevato. Le cifre si aggira intorno a 2000 euro, con una produzione al momento nelle mani di poche aziende produttrici.
L’Agenzia del Farmaco Italia ha autorizzato l’uso degli anticorpi monoclonali e ha specificato le condizioni di somministrazione: pazienti sopra i 12 anni, che presentino almeno un fattore di rischio in caso di aggravamento dei sintomi e inevitabile ospedalizzazione.