Già verso la fine dell’Ottocento, con l’emergere dell’art nouveau, la produzione degli oggetti necessari alla vita quotidiana tende alla semplificazione, puntando all’essenziale ed eliminando tutte le componenti non strettamente necessarie alla funzionalità richiesta. Questo movimento si inscrive nella più ampia necessità di eliminare gli elementi superflui provenienti dagli stili di epoche precedenti. Mobili, soprammobili, finiture da interni, cercano suggerimenti nuovi, ad esempio, nella natura e nella sua essenzialità, spogliandosi delle linee pesanti di tempi e storia pregressi.
La natura funge da modello, in questa trasformazione, che coinvolgerà gradualmente la creazione di diversi oggetti.
Nelle terre tedesche, questa trasformazione prende il nome più specifico di Jugendstil e si concretizza nella preferenza di linee geometriche e “pulite”, per il disegno di mobilia ed utensileria d’uso quotidiano. Si tratta dei prodromi del nascente design, datato primi del Novecento.
Sullo sfondo, una percezione di unità delle arti, che insieme dovranno conferire ad ogni progettazione tre tratti chiave: bello, semplice, funzionale.
Il contagio europeo: semplice, bello e funzionale
Questo nuovo modello di creazione si diffonde, particolarmente, grazie a laboratori artistici che divengono poi vere e proprie imprese, come l’“officina viennese” fondata da Hoffmann. Tazzine, suppellettili, vengono considerate al pari di grattacieli: vanno progettate con estrema attenzione e si ricorre a forme geometriche di base: cubi, sfere, cilindri. Non esistono lavori di architettura di serie A e progetti di serie B.
Così, in Scozia, Mackintosh progetta abitazioni e sedi per attività commerciali insieme agli arredi che dovranno riempirli: sedie posate, finestre, scale partono da un’unica ispirazione. Naturalmente, siamo ancora ad un livello di produzione piuttosto artigianale, in realtà.
In Italia è il momento dell’avvento del Futurismo: Balla e Depero colgono l’essenza del momento, con quadri, oggetti d’arredo geometrici e coloratissimi, i quali simboleggiano l’era delle macchine. Stupore, gradevolezza e praticità distinguono queste creazioni.
Il razional-funzionalismo si diffonde… E le forme degli abitati divengono a volte rigorosissime, dato che la relazione tra forma e funzione è centrale. Siamo negli anni Trenta e, per altri tre decenni almeno, si continuerà a voler rivestire di bellezza e semplicità i meccanismi elettrici dei “moderni” elettrodomestici, per esempio. Essi dovranno, inoltre, essere pratici, costruiti con materiali leggeri, e poco costosi. Il boom economico esalta plastica e acciaio.
Dalla nascita del design ai giorni nostri: l’esempio della scala per interni
È in Svezia, in particolare, che gli architetti diffondono un concetto di design come oggi noi lo possiamo ancora percepire: si tratta di poter disporre, ad esempio, di mobili confortevoli, oltre che belli e funzionali. I materiali naturali sono additati per la loro flessibilità, che consente l’ottenimento di risultati armonici.
Ciò che oggi è denominato design consiste, alla base, nella progettazione di oggetti d’uso corrente e routinario prodotti poi in serie, a livello industriale. Funzionalità del prodotto e valenza estetica sono gli elementi distintivi di un oggetto come, per esempio, le scale di design.
Una scala di design è una scala prodotta in fabbrica, con attenzione massima all’estetica, oltre che alle sue performance funzionali. La portata, la luce, la larghezza, la verticalità da affrontare: nelle scale di design, tutto – anche e soprattutto “il bello” – svolge una funzione reale e indispensabile. Non esiste un superfluo a presunzione meramente decorativa.
La scala di design occupa uno spazio e deve farlo in modo massimamente funzionale. Essa sarà protesa a massimizzare la fruibilità di superfici e volumi, assicurando al contempo un massimo di armonia rispetto all’ambiente circostante. Nella scala a giorno, in particolare, possiamo davvero osservare la concretizzazione dei tre pilastri del design: funzione, estetica, essenzialità. La struttura portante è a vista, si mostra nella sua concretezza e necessità. Al contempo, i materiali di rivestimento – non solo i gradini, ma soprattutto la componentistica dei supporti – sono in se stessi decorativi, estetici, scelti (satinatura, verniciatura, tonalità …).
Le scale di design sono un esempio di come un elemento strutturale pesante possa risultare “leggero”, proprio perché bello, gradevole, oltre che funzionale e sicuro. Una scala a giorno, con materiali quali il cristallo temperato e la lega d’acciaio, ad esempio, è il prototipo dell’oggetto prodotto in fabbrica, standardizzato, semplice abbastanza per non essere comunque povero dal punto di vista della “presenza scenica”. Lo stesso varrà per una scala in legno e ferro battuto, in cui i gradini figurino come sospesi ed indipendenti l’uno dall’altro, essendo agganciati al muro già in fase di preparazione del cemento armato di una parete. Il ferro, in tale caso, potrebbe essere presente anche solo come sostegno e non già a livello della ringhiera. Quest’ultima, potrebbe presentarsi in vetro trasparentissimo, assolvendo alla sua funzione salvifica, ma impercettibilmente.