PROVINCIA DI LECCO – La preoccupazione ammorbante per il livello di resistenza delle imprese in epoca di pandemia, e di conseguenza i livelli occupazionali, sono una preoccupazione costante che va avanti a braccetto con la crisi sanitaria. Sembra una frase fatta, ma c’è un reale bisogno di rilancio delle imprese e del lavoro in tempi brevissimi.
In attesa dell’evoluzione delle politiche economiche e di governo a livello nazionale, la Camera di Commercio di Como – Lecco ha messo nero su bianco la diminuzione delle imprese sul territorio lariano. Ma non è l’unica cosa che deve richiamare l’attenzione.
Infatti, le sigle sindacali Nidil – Cgil, Felsa – Cisl, Uil – Temp hanno invitato le istituzioni a tornare sulla figura dei Navigator, il cui contratto sta arrivando a scadenza nel prossimo mese di aprile. La richiesta è arrivata a gran voce con una manifestazione avvenuta dinanzi alla Prefettura di Milano, per cui c’è stata una mobilitazione nazionale.
La figura di Navigator è sempre stata molto controversa e generatrice di panoramiche prolungate, fin dall’annuncio della sua istituzione nel 2019. È vero che non tutto è filato liscio nella concertazione fra Ministero e enti locali per la loro integrazione fattiva in organico al personale del Centri per l’impiego, ma i dati dalle rappresentanze sindacali ci dicono che i Navigator hanno trovato lavoro a 700 persone nella sola provincia di Lecco.
In termini assoluti stiamo parlando di 12 addetti (di cui 9 Navigator nei Centri per l’impiego del capoluogo e 3 a Merate) che lavorano sul supporto all’occupazione per il territorio lecchese, su un totale di 2.680 Navigator distribuiti su tutta l’Italia, 293 dei quali in Lombardia. I 12 hanno trovato lavoro al 35% dei percettori del reddito di cittadinanza locali.
“Una figura importante che non si limita a profilare i candidati, ma anche a guidarli nella rapida transizione verso la disintermediazione e il legame sempre più forte con le abilità informatiche – secondo Sofia Bianchi di CERCOtech – in un mercato del lavoro vivo soprattutto nel terziario, che non può più prescindere dall’uso del PC e degli strumenti collaborativi, gestionali in Cloud e ambienti di lavoro è sempre più virtualizzati”.
L’aspetto più critico dei contratti fra Navigator e il datore di lavoro, cioè ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro), è sono contratti a tempo determinato che non consentono la stabilizzazione con concorso interno alla pubblica amministrazione e dovrebbero affrontare un concorso pubblico come qualunque altro cittadino.
In occasione della manifestazione pubblica di fronte alla prefettura milanese, Marina Fumagalli “I navigator sono lavoratori con alta professionalità che da 18 mesi lavorano per intercettare il maggior numero di proposte di lavoro a cui indirizzare i percettori di reddito di cittadinanza. Ora è tempo che abbiano un riconoscimento per il lavoro svolto, tantopiù che si sono trovati ad operare senza avere precisa pianificazione e soprattutto senza database in grado di comunicare fra loro, cosa che ha reso più difficile incrociare domanda e offerta di lavoro. I Navigator si sono inventati strategie proprie per riuscirci”.