LECCO – Chiuse le indagini che negli ultimi mesi hanno visto nel mirino la Gilardoni Raggi X di Mandello del Lario e la sua presidente, Maria Cristina Gilardoni. Sei gli indagati. In diretta dalla sala stampa della Procura di Lecco:
“Bisognava garantire la continuità aziendale, perseguendo i reati“, così il procuratore capo di Lecco Antonio Chiappani spiega la linea mantenuta durante l’inchiesta. Chiappani esordisce quindi ringraziando il prefetto Liliana Baccari che è stato in grado di tutelare i lavoratori e l’azienda. “Una chiusura della Gilardoni avrebbe significato una crisi nel territorio. Abbiamo proseguito le indagini tutelando però il lavoro: la Procura ha lavorato in modo sistemico ma non poteva commissariare l’azienda. L’ha fatto quindi il Tribunale di Milano su segnalazione”.
“Siamo riusciti a tutelare i dipendenti che hanno denunciato – prosegue il procuratore – e ora tutta la situazione è sotto controllo e sono abbastanza contento del risultato. Poi ovviamente gli indagati avranno tutto il diritto di difendersi”. “La collaborazione tra procura, prefettura, tribunale, ispettorato del lavoro e forze dell’ordine è stata proficua” conclude Chiappani.
“L’attività di indagine è partita da un’esigenza di tutelare i dipendenti che avevano denunciato” spiega Marco Cadeddu, commissario capo della Mobile di Lecco. “Da febbraio 2016 sino all’estate abbiamo individuato i sei soggetti indagati. Non essendo codificato il reato di mobbing abbiamo proceduto per maltrattamenti in famiglia, chiedendo anche la collaborazione dell’ospedale. Le indagini ci hanno toccato umanamente: abbiamo trovato persone devastate psicologicamente. Siamo contenti di avere fatto il nostro lavoro”.
Per quanto riguarda i maltrattamenti il procuratore Chiappani specifica che “nemmeno il tribunale delle imprese di Milano ha capito perché questa ‘irragionevolezza dell’organo gestorio’, come scrivono. In pratica non si sa perché siano iniziati i maltrattamenti“.
“Oltre alle testimonianze abbiamo prove concrete a livello video e audio di violenze fisiche e psicologiche fornite dai dipendenti – aggiunge il commissario -, addirittura sono stati denunciati dei morsi”.
“I capi di imputazione partono dal 2012 e le pene più gravi potrebbero arrivare anche fino a 15 anni – commenta Chiappani, che conclude: “Ci sono state contemporaneamente alle indagini delle perdite di quote di mercato. Alcuni grossi clienti stavano per essere persi e sono stati riacciuffati all’ultimo. Inoltre in un aeroporto si sono registrati problemi con i controlli di sicurezza a causa di macchinari non riparati dall’azienda”.