MANDELLO DEL LARIO – Altre novità emergono dal processo ai vertici della Gilardoni raggi X. Dopo la scoperta delle annotazioni “vada a donare il sangue di sabato”, si è scoperto che i dipendenti dell’azienda venivano insultati e offesi – oltre ad essere controllati in ogni singolo movimento: tutto veniva registrato in un documento tenuto e aggiornato dall’ufficio personale.
L’ex presidente Maria Cristina Gilardoni e l’allora direttore del personale – Roberto Redaelli (nell’immagine in apertura) – sono a processo, accusati di presunti maltrattamenti e lesioni, mentre Andrea Ascani Orsini deve rispondere di culpa in vigilando. Ieri davanti al giudice Martina Beggio sono stati sentiti i testimoni dell’accusa portata avanti dal Pm Silvia Zannini: personale dell’ispettorato del lavoro e dirigenti del servizio “medicina del lavoro” dell’ex Asl di Lecco che dal 2014 iniziarono a interessarsi della questione Gilardoni raggi X.
In una prima ispezione – avvenuta a seguito delle segnalazioni di più dipendenti – Redaelli negò i documenti asserendo che fossero “tutti secretati per motivi di sicurezza aziendale”. Ma due anni dopo, nel 2016, la squadra mobile di Lecco ha sequestrato ingente materiale: e-mail, corrispondenza e 250 faldoni relativi appunto al personale. Tutto era scritto su fogli e accanto al nome dei dipendenti c’erano frasi o commenti come: “Svegliati“; “Oca“; “Non fermarti alla pausa caffè“.
Insulti a parte, non erano migliori le condizioni dei lavoratori: una dipendente part-time per motivi familiari era stata costretta a lavorare tutto il giorno – su richiesta scritta del direttore del personale – e per mesi ha percepito metà stipendio. Alla prossima udienza, la parola andrà all’altra parte: ai testimoni della difesa.