LAVEDO – Oggi andiamo un po’ fuori zona per scoprire una villa, forse la più affascinante dell’intero lago, la Villa del Balbianello.
Villa del Balbianello è situata sulla punta di Lavedo, a poca distanza da Lenno, e può essere considerata uno dei gioielli del Lago di Como. Costruita dal Cardinale Durini sul finire del Settecento come casa di villeggiatura e di svago, ora appartiene al F.A.I. grazie alla donazione dell’ultimo proprietario, il famoso esploratore Guido Monzino.
Situata sulla punta del promontorio, la villa è raggiungibile sia via lago che a piedi con una breve camminata su un sentiero immerso nel verde: in entrambi i casi il punto di partenza è il lungolago di Lenno. Una volta arrivati, la visione è delle più suggestive: il giardino si fonde perfettamente con il paesaggio circostante, formando numerose terrazze che degradano fino alla superficie dell’acqua. Ogni aspetto è curato alla perfezione, dal prato all’inglese fino ai platani potati a candelabro. Inoltre, il giardino è arricchito da numerose statue. Lo scenario è talmente bello da essere stato usato come set in numerosi film, tra i più famosi Star Wars e 007 Casinò Royale.
Nel punto più alto del giardino sorge un’autentica meraviglia del Balbianello, la loggia realizzata dal Cardinal Durini, che da oltre due secoli offre ai visitatori una straordinaria vista sul lago: la Tremezzina, verso Nord, e il bacino dell’Isola Comacina, sul lato opposto. La loggia contiene due stanze, una ospita una biblioteca mentre l’altra è detta Cartografo. La biblioteca ha subito un intervento di restauro di Guido Monzino, il quale sostituì l’arredo con uno in stile inglese del XIX più adatto per conservare il cospicuo fondo librario, interamente dedicato alle spedizioni geografiche e alpinistiche, grazie a delle moderne librerie in rovere. Nella stanza del Cartografo, all’origine creata come camera della musica, sono presenti numerose mappe delle spedizioni del Monzino e alcune stampe dei paesi del lago.
L’interno della villa è adibito a museo e offre reperti di antiche civiltà provenienti da tutto il mondo, raccolte dallo stesso Monzino durante i suoi numerosi viaggi. Tra tutte emerge per ampiezza la sezione dedicata agli Inuit, composta da circa 300 elementi, ricevuti in dono dagli amici del popolo artico o direttamente acquistati dall’esploratore milanese.
A poca distanza dalla villa sorge la facciata di una piccola chiesetta caratterizzata da due campanili, unica testimonianza di un cenobio di frati cappuccini. Proseguendo nella discesa si arriva al lago, dove è presente un piccolo approdo, in cui termina la visita di questa villa mozzafiato.
Marco Denti