Quando controllato e controllore coincidono è facile dare giudizi ottimi. Un po’ come nella scuola autogestita dove tutti hanno il voto che vogliono. Così Areu se la canta e se la suona e arriva a ventilare il reato di “procurato allarme” per chi osa contestare l’efficienza del sistema. Areu nel suo comunicato stampa si schiera a difesa degli operatori sanitari la “cui professionalità non è messa in discussione”, e che di fatto non viene quasi mai messa in discussione, semmai in discussione o oggetto di critiche è il sistema Areu in se stesso.

Purtroppo quando si crea un sistema così potente e articolato come Areu o Anas, per parlare di due settori ben diversi, è difficile avere la possibilità di accedere ai dati o di opporsi al sistema stesso. Ma frequentando gli ambienti operativi le criticità emergono assai spesso e ogni operatore che lamenta problemi conclude con rammarico dicendo “noi non possiamo dire nulla ufficialmente
altrimenti…”.

Sta proprio qui, in questo altrimenti, il problema di Areu che si auto controlla e che auto assegna fondi e gestione dei servizi. Peraltro nessuno contesta il valore del personale in servizio, anzi per lo più disponibile, professionale e capace, certo sorprende che i pochi elementi negativi che magari sono stati sotto inchiesta e condannati [salvo appelli, nde] perché erano in servizio come guardia medica e come medico 118 contemporaneamente in due posti diversi siano ancora al lavoro senza colpo ferire. Ma si sa in questo contesto chi non solleva questioni resta dov’è mentre chi osa criticare è come una foglia d’autunno sugli alberi.

Areu dovrebbe pubblicare, visto che ama parlare di trasparenza e di efficacia dei suoi protocolli, tutte le registrazioni delle telefonate intercorse in occasione della drammatica morte dell’agente Francesco Pischedda, morte oggetto di indagine peraltro. Areu dimostri che i protocolli funzionano e spieghi se si è verificato davvero un ritardo di 29 minuti, forse costato la
vita a Pischedda. Fate ascoltare ai cittadini le telefonate tra la centrale operativa e gli operatori sanitari in strada. Spieghi se in quelle telefonate da sotto il cavalcavia siano arrivate richieste alla centrale Areu, se siano stati ricevuti dinieghi, magari con toni perentori e seccati che si appellavano alla procedura; se, ancora, sia stata negata la libertà di gestione dell’intervento a chi aveva tra le mani un giovane gravemente ferito.

Sono risposte importanti che potrebbero dimostrare chiaramente la bontà dell’infallibile sistema di Areu. Telefonate da pubblicare, invece di far sentire nelle conferenze stampa solo le chiamate di plauso o quelle divertenti in cui c’è chi chiama il 112 perché ha bisogno di un fabbro. Allora potremo credere un po’ di più all’infallibilità di sua santità Areu.

Paradossale è che oggi si possa criticare il pontefice ma chi critica Areu venga minacciato del reato
di “procurato allarme”.
Aspettiamo gli audio, dottor Zoli (direttore di Areu).

Stefano Cassinelli