MILANO – Iniziata l’estate Legambiente torna ad analizzare il trasporto su rotaia, che nonostante i numerosi recenti provvedimenti, sia politici che in termini di investimenti, pare ancora non riuscire a migliorare l’efficienza del servizio offerto.
Non sono bastati il cambio dell’amministratore delegato di Trenord e neppure quello dell’ennesimo Assessore ai Trasporti, il terzo dell’era maroniana, per risolvere i nodi strutturali di Trenord. Infatti, puntuale come un orologio svizzero, arriva con il caldo estivo una nuova ondata di disservizi che coinvolgono tutta la rete lombarda. Alta soppressione dei treni, crollo dell’indice di puntualità e carrozze più adatte per la sauna che per un viaggio.
Nonostante la maxi spesa di quasi 900 milioni di euro l’anno, i servizi sono inefficienti e l’organizzazione aziendale lascia molto a desiderare. Non è bastata a ridurre i guasti la costosa esternalizzazione ad Ansaldo Breda della manutenzione dei treni da 24,6 milioni, che si aggiunge agli attuali alti costi. Il rinnovo del contratto di servizio, senza gara europea fino al 2020, è in realtà una nuova concessione che contrasta con le indicazioni dell’Antitrust. Ciò ha ulteriormente deresponsabilizzato tutto il gruppo dirigente di Trenord e mantenuto un legame incestuoso tra la regione proprietaria e l’azienda di trasporti ferroviari.
Fino a quando non si toglieranno le mani della politica sull’azienda, come dimostra la vicenda dell’ex presidente Achille, e non si adotteranno le regole della concorrenza, non sarà possibile fare la svolta che i pendolari si aspettano da anni e raggiungere i livelli di qualità del nord Europa, a favore di cittadini ed ambiente.
Dario Balotta
Responsabile trasporti Legambiente della Lombardia