MANDELLO DEL LARIO – “C’è chi salva i rospi dai pneumatici schiaccianti delle auto in corsa verso casa, il lavoro o la pizzeria!”. Qualcuno non lo sa, non ci pensa, non lo immagina nemmeno, e non è propriamente una colpa. La nostra tradizione purtroppo non ci insegna ad essere curiosi, nemmeno un po’, così il dono della curiosità tocca a pochi eletti. E a scoprire i misteri e le storie del sottobosco non rimane quasi più nessuno, ormai gli abitanti dei boschi migrano anche dai cartoni animati.
Belli i tempi in cui si umanizzavano rane, scoiattoli e api, almeno si sapeva l’esistenza e non si rischiava di parlare con bambini che riconducono la nascita di un volatile o la provenienza del latte da un supermercato. E in questa facile rimozione che adottiamo nei confronti dell’ambiente animale, che non è solo nei documentari delle grandi televisioni private ma anche intorno alle nostre case, ci si dimentica dei rospi.
Magari qualcuno prova anche un certo ribrezzo solo al pensiero di vederne uno, e poi veste firmato il cane. I rospi vivono nel terreno, in perfetta sintonia tra il croccante sottobosco lariano e le dolci acque, meglio se molto correnti o del tutto stagnanti. E anche per loro la stagione degli amori arriva ciclicamente ogni anno e li pervade del necessario sentimento della maternità. Bufo Garsaulto Pipa, che dir si voglia, il fantomatico animaletto che aspira a trasformarsi in principe, non bacia sempre una graziosa nobildonna ma le mani angeliche del suo salvatore di turno.
Già. Nella storia più scontata e silenziosa di un comune rospo si può nascondere l’impegno civile di chi si accorge anche di loro e della loro ingenuità. Poveri, non sanno che dei ferocipredatori meccanizzati sfrecciano sul loro transito tra il bosco e il lago, dove, ignari e innamorati, si abbandonano all’atto più naturale ed istintivo, quello della riproduzione. Avviene ovunque ci siano queste condizioni, e non solo da noi ovviamente. Ma un’attenzione particolare si deve per merito conferire a chi si dedica ogni sera a salvare queste storie d’amore, montando barriere protettive sul ciglio della strada che evitano l’impatto tra gli animali e le automobili.
Nel tratto di strada in località Melgone, nei pressi del Moregallo, i volontari lavorano ogni sera affinché la migrazione amorosa non si trasformi in una storia senza lieto fine. I rospi scendono verso il lago in coppia, a volte è la femmina che porta il maschio in spalla per velocizzare il cammino, e per un richiamo naturale depongono e fecondano le uova nelle piccole insenature dove l’acqua sembra immobile ed è riparata dalla corrente.
Le barriere verranno poi rimosse a fine maggio quando il periodo dell’accoppiamento sarà al suo tramonto. Certo, come spiegano i volontari, le barriere dovrebbero essere fisse, progettate in modo tale per cui i rospi possano vivere la loro naturalità passando per canali sottostanti il manto stradale. Ma come sappiamo, per ogni richiesta, c’è sempre una richiesta più urgente. E allora, cercando di fare attenzione in questo tratto di strada, pensiamo, tra uno sguardo e un sorriso, ai nostri amici rospi, che possiamo salvare semplicemente recandoci in questa fiabesca e stagionale missione per garantirgli un sereno accoppiamento.
Michele Casadio (Foto Alberto Casadio)