MANDELLO DEL LARIO – “Ascoltiamo un assordante silenzio da parte dell’Amministrazione sulla privatizzazione dell’acqua in atto. Questo assordante silenzio assomiglia sempre più ad un pacato, passivo e trasparente allineamento senza presa di posizione, forse per mancanza d’informazione, da parte degli amministratori eletti. Atteggiamento che sta portando la città di Mandello del Lario ad allinearsi a una illegale e anticostituzionale scelta, in quanto in contrasto con sentenze europee riguardanti la metodologia e il non rispetto dei requisiti di controllo analogo e di attività prevalente stabiliti dalla Corte di Giustizia Europea nella sentenza Teckal del 18 novembre 1999”.
A prendere posizione sulla questione della privatizzazione dell’acqua é, ancora una volta, il Movimento 5 Stelle, che auspica un intervento dell’Amministrazione comunale.
“Evidenziamo come la giurisprudenza e la dottrina ritengano che il requisito del criterio prevalente non venga soddisfatto quando il servizio viene fornito a soggetti diversi da quelli controllanti, ovvero lo fornisce in maniera irrisoria e qualitativamente irrilevante rispetto alle strategie aziendali, ed in ogni caso non fuori della competenza territoriale dell’ente affidante. La non esistenza, dunque, di questi requisiti crea un danno all’Amministrazione in quanto non le permette di poter svolgere quelle importanti azioni di controllo stabilite da una sentenza del Consiglio di Stato nel 2013. Inoltre, una sentenza della Corte dei Conti della Lombardia n. 195 del 13 maggio scorso afferma che i presupposti dell’in-house e del controllo analogo di primo livello devono sussistere al momento dell’affidamento stesso e non essere acquisiti successivamente. Quindi, secondo la norma, Lario Reti Holding avrebbe dovuto essere a norma entro il 30 giugno e non al 30 dicembre. Inutile e impossibile dunque lavarsene le mani e mettere la testa sotto la sabbia: sarebbe un comportamento esecrabile, nel non rispetto delle normative sia nazionali sia europee, che conseguentemente andrebbe a creare un danno economico a tutta la cittadinaza che si vedrebbe aumentare le imposte su un bene essenziale da società che non ne hanno il diritto”.
“Ci rendiamo quindi disponibili ad un confronto – concludono – per dare all’Amministrazione tutte le informazioni necessarie, così da giungere preparata alla riunione di fine mese nella quale i sindaci dei comuni dovranno scegliere se accogliere o meno la proposta di delibera del CdA, con una corretta panoramica sulla situazione attuale nella speranza che si prenda una decisione e una posizione netta nell’interesse di tutta la cittadinanza”.