COLICO – Avrebbe lasciato le sponde dell’Alto Lario il Piviere orientale, il rarissimo uccello trampoliere che ogni anno migra dai poli alle coste dell’oceano Indiano e del sud-est asiatico e che accidentalmente ha fatto tappa sulla spiaggia di Colico per qualche giorno, accendendo i furori ornitologici di tantissimi appassionati e studiosi.
Tra questi anche il Cros di Varenna (Centro di ricerche ornitologiche “Scanagatta”) che racconta come è stato possibile riconosce l’animale e descrive l’attività di studio e osservazione messa in atto in quelle giornate eccezionali.
Lo scenario è un insospettabile lungolago a Colico, dalle parti di via Montecchio Nord, al quale normalmente si associano bagnanti della bella stagione e qualche frequentatore, per lo più col cane al guinzaglio, nelle giornate fredde. Nella prima metà di gennaio, l’area è stata teatro per raduni quotidiani di fotografi e non solo: teleobbiettivi, cannocchiali, binocoli, e anche qualche timido microfono a lunga gittata, posizionati a riva. Nell’obbiettivo, un piccolo trampoliere, un uccello che vive tra sabbie, prati e fango. Le note tecniche parlano di piviere orientale. È specie considerata rarissima per il nostro paese: gli archivi – per queste cose esiste un registro ben preciso e curato – parlano della 14° osservazione da sempre per il nostro paese.
A scoprirlo e a seguirne le – va da sé – alterne vicende il CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta) di Varenna, associazione che raggruppa appassionati di uccelli tra la Bassa Valtellina, il Lario e il Monzese. I non addetti ai lavori potrebbero pensare che, dato il valore, si tratti di animale immediatamente riconoscibile. Non è così: è molto simile ad un’altra specie, il piviere dorato, presenza più usuale per il territorio italiano. Viste le prime foto, qualche esperto del CROS ha fiutato il colpaccio. La caparbia insistenza di qualche frequentatore dell’Alto Lario – essere in pensione è risorsa fondamentale in questi casi – ha fatto il resto: alcune istantanee han permesso di cogliere quei caratteri nel piumaggio che han portato alla definitiva identificazione.
Un bel lavoro di squadra quello dei Soci e simpatizzanti del CROS (Centro ricerche Ornitologiche Scanagatta) che ha coinvolto tanti appassionati. Nell’associazione non mancano ricercatori e altri appartenenti al mondo scientifico. Che hanno anche raccolto dei campioni di escrementi del raro volatile. Serviranno per una analisi del DNA. Infatti, tra le finalità del gruppo, va inserita anche l’attività scientifica. A svolgere le analisi sarà il laboratorio ZooPlantLab dell’Università degli Studi di Milano Bicocca per confermare l’identificazione della specie e determinare il sesso.
Per tanti, da varie parti della Lombardia e d’Italia, la possibilità di godersi questo piccolo gioiello. Nidificante in un’area compresa tra la Siberia e l’Alaska, il piviere orientale sverna tra il Sud-Est asiatico, l’Africa sud-orientale e l’Australia; un gioco di correnti lo ha molto probabilmente spinto sul Lario.
Non sono mancate le note gialle. Per un paio di giorni, l’animale appariva debilitato. I tanti appassionati hanno provveduto ad alimentarlo. Tra gli appassionati crossini ci sono anche esperti che han fornito indicazioni sulla dieta possibile. Purtroppo, va segnalato anche il pessimo comportamento di alcuni fotografi che tiravano sassi vicino all’animale per poterne immortalare le evoluzioni in volo. Le gesta dei pochi teppisti hanno immediatamente ricevuto il trattamento dovuto.
Il 17 gennaio, nessuna traccia del piviere orientale. Alcuni battono l’intero Alto Lario. Niente da fare: rimessosi in forze, ha molto probabilmente deciso di continuare il suo viaggio. All’addio al piccolo migratore si mescola anche il sollievo per un’avventura, la sua, conclusasi nel migliore dei modi. Sul sito www.crosvarenna.it non mancano belle immagini del visitatore venuto da lontano.