SORICO – Legambiente, Cros Varenna, Orma e Wwf Valtellina Valchiavenna invitano l’Ente di gestione della Riserva naturale del Pian di Spagna a “non estrarre dai cassetti progetti di espansione della sede, vecchi sia di anni sia di concezione” rivendicando più attenzione all’aria aperta perché “poche strutture amovibili possono essere sufficienti per eventuali attività didattiche”.
Ecco la nota in forma integrale
Inaspettatamente passati in fascia gialla, abbiamo potuto fare insieme una visita alla Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola. Pochi, distanziati e con mascherina, con i cartelli che riassumono in alcune essenziali informazioni il valore delle aree umide del pianeta. Avvistati numerosi cormorani e svassi nel lago, cornacchie e qualche corvo imperiale nei prati e nei boschetti. Difficili da comprendere i cancelli che impediscono l’accesso alla riva e la mancata bonifica dell’area ex Camper Service.
Inseparabili acqua, zone umide e vita. È questo lo slogan che riassume quest’anno il senso della giornata mondiale dedicata alle zone umide del pianeta.
Le zone umide garantiscono acqua per la vita: da esse deriva il 70% dell’acqua dolce che utilizziamo. La stretta relazione tra acqua e vita è raffigurata in tempi remotissimi con una stupefacente ripetizione di associazioni di simboli in tutta Europa su ceramiche, statuette e altri oggetti di culto: V, chevron, zig zag, meandri, uccelli acquatici, tutti legati alla creazione della vita e alla sua rigenerazione.
Rigenerazione: ecco la parola chiave per esprimere ciò di cui abbiamo bisogno oggi. Nell’ultimo secolo oltre il 64% delle zone umide sono scomparse. Per questo è importante conservare quanto è rimasto e pensiamo alla nostra riserva naturale Pian di Spagna e lago Mezzola, di cui vogliamo ricordare la caratteristica innanzitutto di area umida collocata fra due fiumi, due laghi, fossi e canali.
Le zone umide sono nostre alleate contro la crisi climatica: sono i pozzi di assorbimento del carbonio più efficaci della Terra. È un bene comune, a rischio di perdita. La perdita di un valore che non ha prezzo e deve essere messo al primo posto nella scala delle priorità rispetto a tutte le attività umane presenti. Nella riserva naturale ogni residuo di terreno libero e di specchio d’acqua deve essere salvaguardato da ulteriori sigillazioni e contaminazioni. Se non capiamo questo, tutti noi, vuol dire che non abbiamo imparato nulla dall’esperienza della pandemia. Comprendere non superficialmente che è necessario cambiare modo di vivere e di produrre, e soprattutto prendere coscienza di una diversa scala di priorità, è l’unico senso che possiamo dare a un anno come questo che stiamo vivendo.
Invitiamo in particolare l’ente di gestione della Riserva a non estrarre dai cassetti progetti di espansione della sede, vecchi sia di anni sia di concezione. Abbiamo bisogno di aria aperta e poche strutture amovibili possono essere sufficienti per eventuali attività didattiche.
Le zone umide sono uno scrigno di biodiversità: ospitano più di 100.000 specie di acqua dolce conosciute. Siamo venuti a conoscenza, casualmente, della rilevazione da parte di uno studioso dell’Università, di una pianta, “Marsilea“, ormai rara per la scomparsa o alterazione dell’habitat naturale costituito da fossi o terreni saltuariamente inondati e che in alcuni paesi europei è stata inserita tra le specie a rischio di estinzione.
Legambiente
Cros Varenna
Orma
Wwf Valtellina Valchiavenna