SORICO – Sporcizia e degrado la fanno da padroni nella Riserva naturale del Pian di Spagna. La denuncia è partita da un cittadino tedesco indignato e poi è stata ripresa da un reportage de Il Giorno, che ha mostrato come si passi in meno di un’ora dal degrado della “Puntina”, dove tra i rifiuti giacciono anche i cartelli turistici della Riserva, ai mucchi di inerti, vetri e mobilio abbandonati in vari punti dell’Oasi, fino a arrivare ai canali in cui si trovano vecchi pneumatici, sacchi di pattumiera e diverse batterie d’auto. Per spostarsi da un punto all’altro della Riserva si deve fare lo slalom fra le buche che fanno sobbalzare le auto e rischiano di far cadere chi si muove in bici.
La Riserva è stata istituita nel 1983 dalla Regione in attuazione delle direttive contenute nella Convenzione di Ramsar del 1971, aventi come finalità quelle di assicurare l’ambiente idoneo alla sosta e alla nidificazione dell’avifauna migratoria, di tutelare e mantenere le caratteristiche naturali e paesaggistiche della zona classificata umida, di disciplinare e controllare la fruizione dell’area a fini didattico-ricreativi e di valorizzare le attività socio-economiche presenti nell’area nel rispetto delle esigenze di conservazione dell’ambiente. Il territorio della Riserva è riconosciuto come Sito di importanza Comunitaria e fa parte della Rete Ecologica europea “Natura 2000”.
Da anni gli sforzi sono concentrati su una lotta politica per la gestione della Riserva: ci sono state proteste da parte di residenti e agricoltori, ma l’assessorato all’Ambiente regionale non ha preso con decisione la situazione in mano commissariando l’Oasi come unica alternativa al degrado. Decine di migliaia di euro sono stati spesi per progetti che non sono stati portati a termine o che sono stati fatti, come per la creazione di corridoi ecologici e sottopassi stradali per la fauna e gli anfibi per oltre 200.000 euro. Il risultato è che le piante dei corridoi ecologici sono soffocate dalla vegetazione incolta e i sottopassi usati come discariche. Negli ultimi anni anche le giornate ecologiche di pulizia non sono più state fatte. Lungo l’Adda c’è lo spettro dell’impianto di frantumazione di pietra che nell’Oasi non dovrebbe esserci come stabilisce la legge regionale.
Le polemiche degli ultimi mesi hanno prodotto solo qualche contratto per il personale ma nessun risultato tangibile come dimostrano le discariche presenti su tutta l’area. Le energie necessarie per tutelare questo patrimonio ambientale sono spese per fare querele, giochetti politici e non cambiare mai nulla. Con buona pace dei turisti schifati.