LECCO – Sono arrivate in tribunale le azioni dei pirati del lago, la gang che anni fa si era specializzata in furti di motori dalle imbarcazioni. A dare loro quell’appellativo gli stessi carabinieri che nel 2011 riuscirono ad incastrare il gruppo di 13 tra moldavi e ucraini.
Nel palazzo di giustizia del capoluogo, davanti al giudice Nora Lisa Passoni, sono sfilati i testimoni dell’accusa rappresentata dal viceprocuratore onorario Mattia Mascaro e alcune delle vittime. “Mi hanno rubato il motore della barca ormeggiata a Sorico, da quel giorno ho venduto tutto” racconta ad esempio Carlo Invernizzi, imprenditore a Mandello e già assessore del Comune di Lecco.
A deporre anche il capitano Simone Scafuri dell’Arma all’epoca alla guida del Norm di Lecco che arrestò tre persone e ne denunciò altre dieci. “L’indagine prese il via nel giugno 2010 – ha ricordato Scafuri – a seguito del furto di motori e barche ormeggiate in particolare in Alto lago, e attraverso appostamenti effettuati anche tramite natanti di copertura e motovedette, siamo riusciti a individuare la banda composta da ucraini e moldavi”. La banda inoltre gestiva un giro di documenti d’identità falsi per permettere di espatriare in Europa, e di furgoni rubati e reimmatricolati all’estero.
Misero a segno ben 17 colpi tra Colico, Sorico, Domaso, Dongo, Menaggio e Dervio. Stando a quanto emerso in aula i pirati pianificavano il furto con sopralluoghi per studiare l’eventuale presenza di allarmi. Agivano poi al calare del buio, prelevando i motori sia di barche ormeggiate in acqua sia in rimessa, li caricavano su furgoncini anche questi rubati e il prima possibile trasportavano il bottino nell’est Europa.
Il 26 settembre 2011 il blitz dei carabinieri portò al sequestro di parecchio materiale utilizzato per i furti: documenti e targhe false, centraline di accensione necessarie a rubare i furgoncini, tronchesi. Fermarono l’auto guidata da V.G., 38enne moldavo, con a bordo materiali da scasso e parti di motori di imbarcazioni, nei guai anche il connazionale V.J., 33enne, l’accusa per entrambi è furto aggravato e associazione a delinquere, altri “pirati” hanno invece già chiuso il conto con la giustizia.