SUEGLIO – È rammaricata l’ex prima cittadina di Sueglio, Simona Monica Cantini Cantini, per la vicenda delle “dimissioni di febbraio” che descrive come un gesto volto a intimorirla in un momento difficile per la sua amministrazione, uno sfogo verbale a cui non seguirono atti ufficiali dunque usato semplicemente per gettare ulteriore discredito nonostante non abbia più nulla a che fare con il Comune.

Io l’ho percepito come un elemento emerso per impaurirmi, un tentativo di ricatto istituzionale. Infatti la prefettura ha confermato la nostra ricostruzione e cioè che le dimissioni non erano divenute efficaci in quanto da me mai comunicate formalmente per iscritto al segretario comunale, e quindi lo stesso segretario non ha inviato comunicazione a Lecco. Io non sapendo di doverle ritirare ho continuato a espletare le mie funzioni.

Il segretario inoltre doveva ricevere la mia decisione per iscritto; non ha valore una telefonata, magari concitata, uno sfogo che tra l’altro avevo espresso anche altre volte senza formalizzare nulla.

Il giorno delle annunciate dimissioni di febbraio eravamo presenti io, il vicesindaco e il consigliere comunale Antonella Locatelli, entrambi sapevano fin dall’inizio ma nelle settimane successive non hanno mai più chiesto nulla a riguardo né a me né al segretario. Dubbi mai emersi nemmeno nelle riunioni di giunta dove – come da verbali – io e il vicesindaco siamo stati sempre presenti.

Magari non lo era ma io l’ho vissuto come ricatto perché emerso in un preciso momento di difficoltà con il mio gruppo.

Ho cercato di chiudere la mia esperienza senza dare molti dettagli ma evidentemente c’è chi mi vuole fare del male perché qui non c’è più il dibattito istituzionale e non bastano le mie dimissioni.

Mi dispiace constatare che in una comunità così piccola dove ci si conosce tutti, il desiderio di vendetta è visibile in tutta la sua essenza, soprattutto quando ci si fa influenzare da persone che provengono anche dall’esterno.

Simona Monica Cantini Cantini

 

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