Era la mattina di Natale.
Fuori nevicava, e solo il vento s’aggirava inquieto, come avesse perso qualcosa, forse il senno.
Mariolino, ultimo di tre fratelli, si era alzato speranzoso e, ancora in pigiama, era corso a vedere sotto l’albero allestito in salotto.
Pure i suoi due fratelli, Luigino e Giovannino, avevano avuto la stessa idea, occhi ancora appiccicati dal sonno.
C’erano quattro pacchi, rivestiti da carta colorata e fiocchi argentei. Da ognuno, pendeva un cartellino.
Avevano preso ad esaminarli, con entusiasmo, alla ricerca del proprio nome.
I loro genitori, dalla soglia, li avevano osservati sorridendo, abbracciati.
Luigino si era appropriato di un pacco rosso rettangolare e di uno più piccolo verde con le stelline; Giovannino, tra esclamazioni di gioia, aveva fatto suo uno giallo a pois blu e uno blu a pois gialli.
Mariolino, invece, dopo aver cercato invano il proprio nome, deluso e sconcertato aveva cercato con gli occhi i suoi genitori: “Ma io…?” aveva domandato con voce rotta, avendo assistito impietrito alla gioia dei suoi fratelli che aprivano con foga i pacchi.
“Vieni qua” lo aveva chiamato a sé sua madre “Devi sapere che Babbo Natale consegna i regali ai bimbi che ne hanno bisogno…” gli aveva spiegato accovacciandosi. Gli aveva passato una mano fra i capelli crespi.
“Ma io sono stato buono…” aveva tentato di protestare Mariolino, occhi lucidi.
“Certo. È proprio questo il punto. I tuoi fratelli, invece, non si sono comportati affatto bene…”
“Ma allora…”
“Tu hai già avuto il dono più grande. La bontà”
“Sì, ma…” una lacrima gli aveva rigato una guancia.
“Pensa. Tu, da grande, sarai ammirato e rispettato. La tua bontà farà sì che tu possa avere una vita piacevole e ricca di soddisfazioni, al contrario dei tuoi fratelli che invece, a causa del loro brutto carattere, andranno incontro a guai a non finire” aveva seguitato la mamma, col papà sopra ad annuire “Ecco perché loro hanno ricevuto i regali e tu no. Non ne hai bisogno. Hai già avuto il dono più grande: la bontà” ripeté con convinzione “Pensa che bello, che fortuna…”
Ormai piagnucolante, a capo chino, Mariolino aveva biascicato: “…ma io… volevo qualche regalo…come tutti i…bambini…” aveva singhiozzato.
“A te non servono. Sei buono, di una bontà stupefacente” gli aveva parlato ancora con comprensione sua madre “Non hai fatto nessuna azione cattiva durante l’anno, hai sempre aiutato chi ne aveva bisogno, non hai mai risposto male o detto le parolacce. Ti sei sempre comportato bene. E questo Babbo Natale lo sa. Ne è felice. È assolutamente contento di te” lo aveva carezzato ancora sui capelli “Ecco perché non ti ha portato nulla”
Aveva parlato suo padre: “Mariolino, pure io e la mamma siamo felici di avere un figlio così buono. Ci riempi il cuore di speranza per il futuro, al contrario dei tuoi fratelli che invece ci danno sempre qualche preoccupazione…”
Il bimbo aveva levato il capo, strizzando gli occhi rossi: “Però, loro hanno avuto i regali…”
Suo padre aveva sospirato: “Mariolino, te l’abbiamo già spiegato. A te non servono. Non ne hai bisogno”
“Vanno bene per i tuoi fratelli, che con le loro azioni cattive hanno sicuramente vissuto dei brutti momenti…” aveva aggiunto sua madre “…al contrario di te…”
“Ma io…” aveva tentato di nuovo di protestare Mariolino, ma suo padre lo aveva afferrato per una spalla.
“Basta. Abbiamo chiarito ogni cosa. Falla finita”
Sua madre gli aveva fatto un buffetto alla guancia arrossata. “Non far arrabbiare tuo padre. Ti vuole bene. Sei il suo preferito”
Il bimbo aveva preso a piangere senza più ritegno, singhiozzando apertamente.
“Adesso non facciamo di queste scene, intesi?” il tono di suo padre si era fatto ancora più brusco. Lo aveva scrollato, non avendogli ancora mollata la spalla “Non è certo il caso”
“Smettila, Mariolino, altrimenti ci fai arrabbiare” si era fatta brusca pure sua madre “Ti ricordo che sei un buono, e come tale ti devi comportare”
“Vai avanti così e finirai per somigliare ai tuoi fratelli” lo aveva ammonito ancor più suo padre.
All’improvviso, Mariolino era parso folgorato da un’idea grandiosa.
Aveva spalancato gli occhi e un sorriso crudele gli aveva assottigliato le labbra. Aveva smesso di piangere. Si era divincolato dai suoi.
Urlando come un pazzo, aveva allora preso a correre per la casa. Tutto quello che incontrava sul suo cammino, lo gettava a terra, rompendolo.
I suoi genitori, inorriditi, avevano cercato di fermarlo, urlando a loro volta, ma lui era troppo veloce e sgusciante.
Luigino e Giovannino, i suoi fratelli, vista la mal parata, si erano riparati in un angolo coi loro regali, ma pure quelli non riuscirono ad evitare la furia del bambino buono.
Alla fine, quando la casa fu ridotta ad uno sconquasso, Mariolino, mani sui fianchi ed aria fiera, aveva dichiarato:
“L’anno prossimo avrò anch’io dei regali!”