MANDELLO DEL LARIO –“Tempo di bilancio. Meno di un mese sarò a Sparta. Se sono stato bravo e fortunato avrò toccato i piedi di Leonida nelle 36 ore a disposizione, diversamente sarò arrivato in più tempo ma sarò arrivato, anche strisciando. Con 2444km (13,6km/gg) e 28000D+ in 268h ho dato tutto quello che potevo togliendo spazio alla famiglia, ed è ciò che mi ha pesato di più” questo il commento di Giuseppe Cialdini, mandellese, a meno di un mese dalla partenza per la Spartathon.
La Spartathon è un’ultramaratona che trae spunto dal mito. Da Atene a Sparta. La leggenda narra che Filippide percorse il tragitto da Atene a Sparta con una richiesta di aiuto per fronteggiare l’invasione persiana. Gli Spartani, però, si rifiutarono di schierarsi dalla parte degli Ateniesi credendo in una sicura sconfitta e confidando in un loro successivo predominio in tutta la Grecia.
Così non andò. Gli Ateniesi sconfissero i Persiani nella battaglia di Maratona e Filippide corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria e spirare subito dopo.
La storia va di corsa e correre alla Spartathon significa attraversare quei 246 chilometri tra l’istmo di Corinto, la piana di Argo ed i monti dell’Arcadia, fino ad arrivare ai piedi della statua di re Leonida. Un’ultramaratona giunta alla 34esima edizione, che convoglia 350 partecipanti da tutto il mondo, nonostante le richieste di adesione superino le migliaia. Solo 20 italiani su 350 partecipanti all’edizione 2016 e uno di questi è proprio il mandellese Giuseppe Cialdini.
Il suo record personale sono 9 ore e 15 minuti al mondiale di Seregno, 6 mesi di preparazione, anzichè i due anni necessari. La seconda partecipazione allo Sparathon, dopo quella di tre anni fa. Quest’anno la preparazione di Giuseppe è avvenuta in meno tempo, con una media di 2800km percorsi in sei mesi, all’incirca 13,5km al giorno.
La Spartathon 2016 aprirà i battenti venerdì 30 settembre alle 7 di mattina sotto al Partenone di Atene e si svilupperà sui 247km che la dividono da Sparta, con l’obiettivo di essere completata in un massimo di 36 ore. “La vera difficoltà, oltre a quella fisica – spiega Cialdini – è mentale, perchè ogni 5km c’è un cancello di uscita e se non si rispettano i tempi si è costretti ad abbandonare la gara”. Stare al limite per stare nei limiti.
Nessun supporto digitale, nè auricolari sono concessi. Con 35 gradi di massima in Grecia, un terzo degli atleti tende a ritirarsi solitamente nel primo terzo di gara. Ma non è solo il caldo a farla da padrone: l’escursione termica è notevole.
“Il mio consiglio a chi vuole partecipare? – continua Giuseppe – esperienza e bagaglio nelle gambe e nella testa!”, niente può prepararti a una competizione del genere perchè “più che una gara è un’avventura, la ricerca di sè all’interno in corsa con sè stessi. Vada come vada”.
Martina Panzeri