DERVIO – Aperta fino al 5 gennaio (capodanno escluso) tutti i giorni dalle 14 alle 16 nella ex filanda di Corenno la mostra “Sul filo della seta – La bachicultura e il lavoro nelle filande del territorio dall’800 a metà ‘900 – Il grande semaio derviese Carlo Orio” proposta da biblioteca e comune di Dervio in occasione dell’evento “Ritorno a Corenno” tenutosi con grande successo di pubblico lo scorso 18 dicembre.
La mostra, organizzata in collaborazione con museo della seta Abegg di Garlate, museo della bachicultura di Musso, museo della cultura contadina di Colico, torcitura Valsecchi di Domaso e parrocchia “S. Tommaso di Canterbury” Corenno Plinio a cura del professor Roberto Pozzi, illustra la storia della seta sul territorio in quattro sale, ricavate nella ex filanda di Corenno.
Nel 1785 Tommaso Calvi costruì l’immobile, su più piani, dove nel 1857 lavoravano 150 persone (di cui solo 3 uomini, 45 donne e ben 102 ragazze), che venne poi ceduta al conte Sormani e rimase in esercizio fino alla fine dell’800. La filanda di Corenno era ben più grande di quella di Dorio, che venne costruita solo nel 1843 ma rimase attiva poi fino al 2006, e di quelle di Sueglio e Bellano.
Tutte queste fabbriche del passato che fu sono illustrate dai pannelli presenti nella mostra, insieme a paramenti liturgici fabbricati in seta e modellini in legno delle macchine tessili di un tempo: i torcitoi (lineare e circolare), il filarello, ed altre, con la spiegazione delle operazioni che venivano effettuate. Non mancano i racconti della vita da filandiere che accomunava tante ragazze nei secoli scorsi (per intenderci, nel 1879 erano al lavoro nella filanda di Corenno 4 bambine sotto i 9 anni e 8 tra i 9 e i 12) e una ricostruzione delle fasi della bachicoltura effettuate in famiglia, quando in quasi tutte la case si allevava il baco e si coltivavano i gelsi. Infine, una sala è dedicata al grande semaio derviese Carlo Orio che due secoli fa fu il primo Derviese a fare il giro del mondo, e uno dei primi italiani, per il suo lavorio di semaio ed imprenditore nel commercio dei bachi da seta.
Una mostra molto interessante per comprendere come si viveva due secoli fa in paese e su quali basi era fondata la nostra economia, ma anche per scoprire un luogo magico come Corenno, dove tra le scale sono presenti anche una ventina di presepi all’aperto, e un luogo normalmente inaccessibile come la ex filanda.